Festival Internazionale del Film di Cannes 2015 - Pagina 7

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Festival Internazionale del Film di Cannes 2015
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Lourder than bombsIsabelle Reed è una celebre fotografa i cui scatti compaiono spesso sul New York Times e l’agenzia per cui lavora la tiene in gran conto. Dopo aver documentato gli orrori delle guerre asiatiche e mediorientali decide di lasciare il lavoro per restare con marito e figli. Poco dopo muore in un incidente d’auto che ha molti tratti del suicidio. Tre anni dopo l’agenzia per cui lavorava affida a un suo compagno d’avventure e amante, ma solo durante le spedizioni di lavoro, il compito di allestire una mostra delle sue migliori foto. Lui accetta, ma decide di scrivere un pezzo in cui si svela la vera caratteristica della morte della donna. Vedovo e orfani vanno in crisi davanti a quest’improvviso bagno di verità, il rampollo più giovane, in particolare, vacilla pericolosamente, rifiuta di parlare con il padre e scrive lunghi brani in cui rivive il rapporto con la madre. Dopo varie turbolenza, collegate anche alla relazione segreta che il vedovo intrattiene con un’insegnate del figlio minore, le cose si sistemano e il piccolo nucleo di superstiti ritrova una parvenza di serenità. Lourder Than Bombs (Più forte delle bombe), visto in concorso, porta la firma del norvegese Joachim Trier ed è una storia familiare con abbondanti venature melodrammatiche che sbandiera, come fiori all’occhiello, le interpretazioni - per ha verità entrambe piuttosto piatte - di Isabelle Huppert e Gabriel Byrne. E’ uno di quei film falsamente anticonformisti, in realtà prevedibili dalla prima all’ultima inquadratura.
la-loi-du-marche-vincent-lindonIl livello del concorso e della selezione francese è stato notevolmente alzato dalla presentazione di La loi du marché (La legge del mercato) di Stéphane Brizé interpretato da Vincent Lindon e da un fitto stuolo di non professionisti. Thierry ha cinquantun anni, una famiglia con un figlio handicappato ed è disoccupato da venti mesi. Ha fatto i corsi di aggiornamento che gli sono stati consigliati dai centri per l’impiego ma non ne ha tratto grande beneficio, visto che tutti avevano assai poco a che fare con la sua precedente attività, quella di capocantiere nell’edilizia. Ora gli si offre la possibilità di lavorare come sorvegliante in un supermercato, accetta ma si rende presto conto che la caccia ai piccoli taccheggiatori - che rubano per aver da mangiare sino alla fine del mese - o far licenziare, in qualche caso causandone il suicidio, le commesse che si sono rese colpevoli di piccole infrazioni non sono cose che fanno per lui. Meglio allora lasciar perdere e ritornare a casa, magari con la prospettiva di trovare un lavoro più umile ma dignitoso. Il film ha un taglio di un quasi documentario e fa parte di quel filone sociale in cui eccelle il migliore cinema francese. Il regista non esprime o suggerisce giudizi, lascia lo spettatore libero di valutare situazioni e personaggi. Questo senza rinunciare a dire la sua nel presentare situazioni cariche di significati. In questo senso la lunga sequenza d’apertura nell’ufficio dell’addetto al sostegno di chi cerca lavoro ha un valore a un tempo emblematico e politico. Non un capolavoro, ma un bel film a cui va dato merito di svelare il mondo gretto e crudele che si cela dietro le luci dei grandi centri commerciali.
11075255 901713976539905 8941668856913870621 oIl thailandese Apichatpong Weerasethakul è un autore particolarmente caro al Festival di Cannes, il suo Uncle Boonmee Who Can Recall His Past Lives (Lo zio Boonmee che si ricorda delle sue vite precedenti) ha ottenuto la Palma D’Oro nel 2010 e altri suoi titoli sono stati presentati con successo nella sezione Un Certain Regard, la stesa in cui quest’anno si è visto Rank Ti Khon Kean (Il cimitero dello splendore). E’ una metafora, poeticamente e visivamente elaborata, della storia thailandese di questi ultimi decenni vissuta attraverso una serie di simboli come quello dei militari che giacciono addormentati e immobili nel letti d’ospedale: ricordo dell’atteggiamento attendista assunto dalla forza armate durante la prima fase del governo di Thaksin Shinawatra, periodo a cui seguì un intervento diretto nella politica con il colpo di stato del 19 Settembre 2006. Non tutto è chiaro per uno spettatore che non conosca a fondo la storia e la cultura di quel pase, ma nonostante ciò il film affascina per la perfezione della composizione visiva, la felicità delle invenzioni e la passione che trasuda ogni inquadratura.