Festival Internazionale del Film di Cannes 2015 - Pagina 2

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Festival Internazionale del Film di Cannes 2015
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La tete hauteIl Festival si è aperto con la proiezione del film, fuori concorso, La tête haute (A testa alta) dell'attrice e regista francese Emmanuelle Bercot. E' la storia del giovane Malony da sei anni alla maggiore età. Figlio di una madre tossicomane e ben poco responsabile che lo ha allevato da sola assieme ad un fratellino più giovane. La regista lo segue nelle numerose incursioni nel campo delle irregolarità (furti d'auto, risse, aggressioni a rappresentanti dell'ordine costituito) e nei soggiorni obbligati che ne derivano in riformatori e istituti di pena. Ciò che emerge da questo lungo calvario sono sia la rabbia, ben poco socialmente motivata, che spinge il giovane a rivoltarsi continuamente contro tutto ciò che abbia anche una semplice parvenza di ufficialità, sia la pazienza (dire umanità è veramente troppo) di giudici ed educatori. Persino le guardie carcerarie appaiono assai meno violente di quanto le circostanze giustificherebbero. In definitiva la regista disegna un percorso verso la redenzione – la nascita di un figlio induce il giovane a rientrare nel mondo delle responsabilità - con un attestato, decisamente troppo generoso, di affidabilità agli organismi pubblici. A voler essere forse troppo maliziosi, viene da notare come questo film si accompagni molto bene a quel Polisse, visto qui a Cannes nel 2011, diretto da quella Maïwenn Le Besco che quest'anno ritorna in concorso quest'anno con Mon roi (Mio Re), guarda caso, interpretato anche da Emmanuelle Bercot.
notre-petite-soeur-alauneLa sezione competitiva è stata avviata da Umimachi Diary (titolo internazionale La nostra sorellina) che il giapponese Kore – Eda Hirokazu ha tratto da un famoso manga (romanzo grafico) che racconta la vita di quattro sorelle che hanno in comune il padre, ma non la madre. Le tre maggiori conoscono la più piccola al funerale del genitore e decidono di prenderla con loro nella grande, vecchia casa di famiglia in cui abitano a Kamakura, una cittadina sul bordo del mare nella prefettura di Kanagawa sull'isola di Honshū. Le quattro donne hanno speranze e aspettative diverse, ma le riuniscono in una solidarietà femminile che le vede rinunciare a occasioni di carriera e possibilità sentimentali pur di mantenere unito il nucleo che hanno formato quasi casualmente. Il film ha un andamento decisamente lento e presta più attenzione allo svilupparsi delle varie psicologie che non ai fatti che accadono. E’ un tipo di cinema in cui la riflessone morale e il gusto del paesaggio la fanno da padroni.