Festival Internazionale del Film di Cannes 2015 - Pagina 11

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Festival Internazionale del Film di Cannes 2015
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Valley of loveValley of love (Valle dell’amore) del francese Guillaume Nicloux vorrebbe avere un taglio ironico sin dal titolo, visto che si svolge per intero nel Death Valley National Park (Parco nazionale della valle della morte), una depressione che fa parte del Grande Bacino che si estende fra Sierra Nevada e Stato del Nevada. Una zona nota anche perché al centro c’è il punto più basso del Nord America, ottantasei metri sotto il livello del mare. Qui si ritrovano due coniugi francesi divorziati, ciascuno dei quali ha ricevuto una lettera dal figlio fotografo, morto suicida sei mesi prima. Una missiva in cui si chiede loro di trovarsi in un punto della valle, a una cert’ora di un giorno preciso. Se adempiranno all’impegno lui li rincontrerà, fornendo segni precisi della sua presenza. I due, che hanno i nomi degli attori che li interpretano (Isabelle Huppert e Gérard Depardieu), sono separati da tempo, ma mantengono un forte legame. Lei è diventata vegetariana e crede cecamente nel materializzarsi del figlio; lui è decisamente scettico, ma si lascia trascinare dall’ex – moglie. Il film è tutto nei dialoghi fra questi due mostri del cinema francese e poco conta se, alla fine, si registrerà una qualche presenza misteriosa. Film d’attori all’ennesima potenza, trova la sua giustificazione solo nelle performance dei protagonisti e nella bellezza dei panorami che offrono all’ufficio del turismo della Valle della Morte un'ottima occasione promozionale.
chronic-cannes-film-festivalChronic (Cronico) - film di produzione americana, ma diretto dal messicano Michel Franco (1979) - è un altro testo per attori. Il regista ha vinto nel 2012 il premio messo in palio dalla sezione Un Certain Regard con Después de Lucía (Dopo Lucia). In questo caso a mettersi in luce è Tim Roth nel ruolo di un infermiere che cura pazienti a domicilio assistendo malati di Aids, tumore, reduci da infarti e adolescenti in sedia a rotelle. Svolge i suoi compiti con grande professionalità e una passione che maschera il rimorso per aver fatto morire il figlio handicappato piuttosto che consegnarlo a una vita di umiliazioni e dolore. La sua dedizione causa terribili equivoci, così quando accudisce oltre l’orario di lavoro un architetto colpito da ictus e gli consente di guardare film pornografici, i parenti dell’ammalato lo denunciano per molestie sessuali. Licenziato dall’agenzia per cui lavora, continua ad occuparsi come free – lance di malati terminali sino ad incontrare una donna affetta da tumore che gli chiede di ucciderla. Dopo qualche esitazione l’accontenta, ma anche lui, poco dopo muore investito da un’auto. Film d’attori si è detto, testo in cui la descrizione del personaggio e degli ambienti che frequenta fanno premio su qualsiasi altra considerazione segnando in modo limitativo un’opera che, tuttavia, contiene non pochi elementi d’interesse.

macbeth13William Shakespeare (1564 – 1616) scrisse Macbeth nel 1603 in onore dell’ascesa al trono del re scozzese Giacomo I. Quel testo, il più breve della teatrografia del Bardo, è rimasto nella memoria collettiva come un saggio fondamentale sull’avidità e la spregiudicatezza nella conquista del potere. L’immagine del condottiero che diventa re uccidendo il sovrano legittimo e quanti intralciano il suo cammino e quella della moglie, suggeritrice e ispiratrice del delitti di cui si macchia il marito, sono sempre state lette come esempi di cupidigia e insensibilità morale. Molti sono i registi cinematografici che hanno tratto spunto da questa tragedia per i loro film, si va da Orson Welles (Macbeth, 1948) a Akira Kurosawa (Trono di sangue, 1957) da Roman Polanski (Macbeth, 1971) all’ungherese Béla Tarr (Macbeth, 1982). Impossibile dare conto, poi, di quelli teatrali che si sono cimentati con questo copione.E’ ora la volta dell’australiano Justin Kurzel che ha proposto, nella sezione competitiva del festival, una versione del dramma segnata da molto sangue e un forte realismo nelle scenografie e nei costumi dei personaggi. Esclusi questi elementi, il film non presenta grandi novità stilistiche o interpretative, in ogni caso non tali da segnalarlo come una lettura originale della vicenda. Messa in ombra la figura della regina, una Marion Cotillard, qui quasi solo decorativa, tutto il peso dell’opera ricade sulle spalle di Michael Fassbender più preoccupato della cura della sua immagine che dei triboli psicologici del personaggio. Ne emerge un film più decorativo che ispirato, una proposta che, se fosse stata avanzata sul palcoscenico avrebbe suscitato molte più perplessità che entusiasmi.
masaan-mos-size-650 041615051145Masaan, presentato dalla sezione Un Certain Regard e diretto dall’indiano Neerraj Ghaywan ci porta nella città santa di Bènerés, sulle rive del fiume Gange, per seguire le vicende di quattro giovani indiani. Devi ha accettato di fare l’amore in un alberguccio con il suo primo amante. Quando sono scoperti dalla polizia l’uomo si suicida consentendo al capo degli agenti di ricattare pesantemente Pathak, padre della ragazza, minacciando una denuncia per complicità e relativo scandalo. Il genitore gestisce un banco di oggetti sacri vicino alla spianata su sui divampano le pire che bruciano i cadaveri. Fra gli addetti a questo triste compito c’è anche Jhonta che studia da ingegnere ferroviario nonostante il padre lo voglia al lavoro sui rogni. Grazie a Facebook conosce e s’innamora di una giovane appartenente a una casta superiore, ma lei muore in un incidente stradale. I due giovani rimasti soli s’incontreranno sulle rive del fiume, iniziando - forse - una nuova vita meno triste di quella che hanno vissuto sino ad allora. Il film traccia un ritratto terribile della condizione delle donne in una società ancora segnata dalla divisioni di casta e disegna in modo quasi documentaristico l’inferno in cui sono costretti a vivere i bruciatori di cadaveri. Un film decisamente interessante anche appare scarsamente sviluppato l’intento di mettere in luce le contraddizioni fra il permanere di costumi ancestrali e la tensione tecnologica dell’India moderna.