10°Sevilla Festival de Cine Europeo - Pagina 3

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10°Sevilla Festival de Cine Europeo
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costa da mortePer un giornalista straniero al X Festival de Cine Europeo di Siviglia, i film più interessanti sono da cercare nelle sezioni parallele dove figura larga parte della produzione spagnola dell’anno. Molti i titoli inediti, alcuni quelli già visti in altri Festival. Premiato a Locarno lopera singolare del trentenne Lois Patiño, Costa da morte (La costa della morte), che mostra uno dei volti delle componenti culturali della Spagna, la Galizia. Documento, e in parte racconto di eventi e di tradizioni, il film mostra la quotidiana lotta per la vita dei pescatori nelle acque burrascose dell’Oceano Atlantico e il ricordo di frequenti naufragi con relitti approdati sulle spiagge e tra gli scogli. Mostra anche la vita nei boschi e sulle montagne spesso avvolte nella nebbia, e soggette a incendi durante l’estate. Tra i momenti lieti le feste tradizionali, la raccolta delle telline dopo una mareggiata, i fuochi d’artificio. Il regista, formatosi tra Madrid e New York, è autore di video e di installazioni, esposti a Parigi, Roma, Berlino e New York.
los-chicos-del-puertoE’ stato presentato al trentacinquesimo Festival di Mosca, invece, il terzo film di Alberto Morais, (1976), Los chicos del puerto (I ragazzi del porto). In quella sede, due anni fa, il suo film Las olas (Le onde) vinse i premi quale miglior film e per il miglior attore, oltre al riconoscimento della critica internazionale (Fipresci). A Siviglia, nella sezione New Wawes, il film di questo cineasta ha riempito lo schermo con immagini piene di luce, con tempi bressoniani e col comportamento pacato e deferente di tre ragazzi in missione in una grande città. Miguel, il più grande ha fra i tredici e i quattordici anni, ma non va a scuola. Vive in un quartiere popolare di Valencia con la madre che non gli presta attenzione e col nonno chiuso a chiave nella camera da letto. Si accompagna spesso con Lola e Guillermo, più giovani di lui, anche loro abbastanza trascurati dal padre che gestisce una drogheria. Quando muore un amico del nonno, e il vecchio vorrebbe portare una giubba militare sulla sua tomba, Miguel decide di recarsi al cimitero con gli amici. Con pochi euro in tasca e conoscendo soltanto il nome del morto, i tre intraprendono una piccola odissea tra i cimiteri della città. Con una sorta di film minimalista, il regista fa trapelare l’abbandono dei ragazzi, quello del nonno relegato in una camera, e anche quello di una città nei quartieri periferici che non vivono gli eventi che anima il centro, dalla corsa di Formula 1, alle regate mondiali. Mostra anche l’aspetto inconsueto di preadolescenti educati e dimessi che vogliono rendere omaggio a un anziano considerato ormai fuori gioco.
el-futuroNella stessa sezione, un altro film già selezionato dal festival di Locarno, El futuro (Il futuro) di Luis López Carrasco, sessantasette minuti con gli occhi rivolti alla vittoria elettorale di Felipe González nel 1982. Più pamphlet che racconto, con circa un’ora di musica per celebrare feste, balli e conversazioni di giovani d’allora, tra luoghi comuni e canzoni al vetriolo, alludendo a un futuro pieno di cambiamenti e di progressi, lontano da un presente fermo e ripetitivo. E poi immagini recenti di strade deserte e di grigi condomini quasi a testimoniare l’impossibilità di cambiamento.