10°Sevilla Festival de Cine Europeo - Pagina 2

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10°Sevilla Festival de Cine Europeo
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uploads films screenshots thumb 1fa95-dos-amigos resize 620 autoAccanto alla sezione ufficiale, dove si sono appena visti due film presentati in altri Festival, Camille Claudel 1915 di Bruno Dumont e Sacro GRA di Gianfranco Rosi, il decimo Festival di Siviglia del Cine Europeo ha riservato i suoi inediti in altre sezioni. In Resistances, i primi titoli - cui abbiamo già accennato, ma su cui ritorniamo - descrivono le relazioni tra due giovani. Dos Amigos (Due amici), esordio nel lungometraggio di Polo Menárguez dopo alcuni corti di successo, mostra due trentenni, amici d’infanzia, i quali trascorrono un finesettimana nel paese dove sono cresciuti. Abbandonato da tempo, il luogo della loro infanzia offre un paesaggio spettrale di vecchie costruzioni fatiscenti. Lontani da Madrid, i due amici si concedono soste e bevute. Dopo una grande sbornia, peró, le loro conversazioni toccano persone e ricordi in una sorta di gioco della veritá che li porterá a un inevitabile scontro. Di fronte al comportamento aggressivo dell’amico, Raul tenta di spiegargli che tutto dipende dal fatto che lui non ha mai accettato il nuovo compagno della madre la cui presenza acuiva la sua solitudine. L’altro, dopo avergli giocato un brutto scherzo facendolo entrare in un labirinto senza luce, gli svela di aver avuto un rapporto con la sua fidanzata. Questi i punti saliente di un film di poco più di un’ora e mezzo, interpretato da Font García e Jorge Monje, nel quale il regista scava a fondo nell’intimo dei due amici in una sorta di lunga seduta psicanalitica. Emergono due caratteri completamente differenti in un amaro Amarcord nel quale i due pur cercando di non guastare una lunga amicizia, finiscono col ferire l’altro nel tentativo di far prevalere la propria versione del loro vissuto.
439323130 640Due amici sono anche i protagonisti di La partida (La partita) di Antonio Hens (1969). Suo secondo film, girato all’Avana con protagonisti cubani, tenta di descrivere la vita di giovani che si prostituiscono sul Malecón, il lungomare dell’Avana. Sullo sfondo di una cittá fatiscente, di interni degradati e di miseria diffusa causata anche da decenni di imbargo, il regista illustra le giornate di Reinier, ventenne che vive con la fidanzata e con una figlia in casa della suocera (Mirtha Ibarra). Per mantenere questo núcleo familiare, Reinier si accompagna con turisti del sesso. Inoltre gioca tutti i giorni con gli amici in un campetto di calcio. Lí si vede con Yosvani, un giovane che vive in casa della fidanzata, figlia di Silvano (Luís Alberto García), sorta di usuraio che vende anche merce di contrabbando.  A Reinier, che non è omosessuale e che tenta con raziocinio di equilibrare lavoro, doveri coniugali e sport, si contrappone il carattere istintivo e romantico di Yosvani, che si innamora di lui. Reinier condivide i sentimenti dell’amico e intrattiene con lui una relazione contando sulla sua discrezione. Il film mostra uscite a quattro, dei due con le loro amate, al mare e alle giostre, e la relazione particolare che Reinier intrattiene con un allenatore di calcio, uno spagnolo in vacanza a Cuba. La vicenda, che nella prima parte mette a fuoco il profilo di Reinier, nella seconda si sofferma sull’invaghimento di Yosvani, geloso dell’allenatore, e folle d’amore per l’amico al punto di derubare il suocero per tentare un’improbabile fuga. Tema non nuovo quello dei turismo sessuale e prostituzione giovanile a Cuba, ma il núcleo centrale del racconto è imperniato sulla relazione tra i due diseredati e sulla cieca infatuazione di Yosvani che perde il senso percezione della realtá. Interpretato da Milton García e da Reinier Díaz, il film dura novantatre minuti: senza lode e senza infamia, mostra tuttavia scene di una delle tante realtá causate dall’embargo Usa.