13° Thessaloniki Documentary Film Festival 2011 - Pagina 4

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13° Thessaloniki Documentary Film Festival 2011
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In questo Festival i film che denunciano situazioni sociali particolarmente dolorose e complesso continuano a tenere il centro del palcoscenico. Forse è perché i punti dolenti del mondo sono talmente tanti, forse perché questi argomenti suscitano le maggiori emozioni, fatto sta che, ad esempio, il tema della marginalità sociale compare in numerose opere, nessuna della quali banale. Il testo più interessante, fra quelli visti in queste ultime ore, porta la firma del regista greco Christos Karapelis e s’intitola Raw Material (Materie prime). E’ la radiografia delle terribili condizioni di quanti, greci poveri e immigrati, cercano di coniugare il pasto con la cena girando notte e giorno per raccogliere i metalli gettati nei cassonetti dell’immondizia: vecchi elettrodomestici, televisori guasti, computer dismessi, ma anche scarti d’officina, giocattoli rotti e motocicli a pezzi. Il tutto sarà venduto a commercianti che li rivenderanno alle fonderie, ove altri disgraziati lavorano quindici ore al giorno fra polveri, rischi di ustione, calore insopportabile. Il regista ci racconta alcune di queste storie, graduando lo sguardo sulla miniscala sociale che segna anche questo mondo, da chi possiede un camioncino a quelli che sono costretti a spingere a mano, ogni giorno, un pesante carrello per chilometri e chilometri. E’ un panorama di povertà assoluta, di domicili ricavati da ammassi di cartone, di mancanza dei più elementari confort. Un mondo parallelo a quello ricco o anche, semplicemente, normale che stringe il cuore e testimonia con lucidità e senza ricorrere a tirate retoriche come la società in cui viviamo produca a ogni momento ingiustizie insopportabili.

Su un terreno analogo si muove anche la bulgara Sophia Tzavella che, in Rai Hotel (Hotel Paradiso), racconta il drammatico fallimento del tentativo, forzoso, di dare una casa stabile ai rom. Venticinque anni or sono il governo social - realista bulgaro fece costruire alcuni immensi caseggiati e vi collocò centinaia di nomadi. Come spesso capita l’operazione fu del tutto abborracciata, i palazzi edificati male, non finiti, i nateriali impiegati di pessima qualità. Oggi questi embrioni di case sono diventate un’immensa baraccopoli ove vivono migliaia di esseri umani senz’acqua corrente, sommersi dalla immondizie, privi persino dei parapetti nei terrazzini. La regista ci mostra qual è la realtà, ma non esita a unire le colpe dei politici all’incuria e alle ruberie degli inquilini. Il tutto attraverso la storia di una coppia gitana che vuole sposarsi e possedere una casa decente. Sarà l’intera comunità a farsi carico della bisogna e consentire ai due di avere un matrimonio apparentemente normale. Il film è ben costruito, fotografato magnificamente e la regista riesce a trovare qualche tratto poetico anche in mezzo ad un mondo indegno della peggiore condizione umana. C’è anche chi usa linguaggi non realisti per denunciare i medesimi crimini.

E’ il caso del disegno animaro The Greek crisis explained (La crisi greca spiegata) firmato dal gruppo Nomint che in tre minuti enuncia le ragioni che hanno portato al fallimento dell’economia ellenica. Naturalmente è un discorso volutamente schematico, ma il tratto del disegno e l’ironia collocano questo cortometraggio animato ai piani alti della riuscita artistica. Accanto a questi temi ve ne sono altri che potremmo definire più individuali, ma non meno importanti.

E’ il caso de Nel giardino dei suoni in cui lo svizzero Nicola Bellucci documenta il lavoro tenace di un musicista cieco che vive in un paesino toscano e usa la musicoterapia a favore di ragazzi ritardati o autistici. Il suo lavoro si fonde con un modo originale di sentire il mondo e stabilire con questi giovani sfortunati un canale, la musica, che lentamente li fa uscire dal loro isolamento. Il documentario è girato con molta delicatezza e vanta una fotografia straordinaria che fonde visivamente il lavoro di questo singolare artista e insegnate con la bellezza del paesaggio toscano.