Plus Camerimage 2010 - Pagina 5

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Die Fremde (letteralmente Gli stranieri, ma il titolo internazionale è When we leave - Quando andiamo via) porta la firma della viennese Feo Aladag, ex attrice passata per la prima volta dietro la macchina da presa, e il marchio della Germania come produzione. È la storia di una giovane donna - interpretata da Sibel Kekilli, già al centro de La sposa turca (Gegen die Wand, 2004) di Fatih Akin - che, stanca delle vessazioni e delle botte inflittele dal marito, fugge da Istanbul e raggiunge, con il figlioletto, la sua famiglia che vive a Berlino. Invece di comprensione, incontra paura di ciò che potranno pensare gli altri, tentativi di sottrarle il piccino e pressanti inviti a ritornare in Turchia. Lei resiste alle minacce e alle violenze, va a scuola, ma non può fermare la tragedia che si annuncia in un finale in cui la vittima è proprio il bimbo. Il film è ricco di ottime intenzioni e raccontato con qualche sbavatura, straordinariamente interpretato dalla giovane attrice, generoso nella denuncia, ma non del tutto slegato da un filone, quello sulla comunità turca che vive in Germania e sui contrasti fra le due culture, che ha già fornito non pochi titoli. In questo caso sembra di assistere a una sorta di riepilogo di cose già viste, tutto molto impegnato e culturalmente elevato, ma anche un po’ scontato.
Animal Kingdom segna l’esordio dell’australiano David Michôd, un ex giornalista di cronaca nera che si addentra, con occhio disincantato, nel mondo della malavita della città di Victoria. L’apertura è folgorante: il giovane Josh Young è seduto sul divano accanto a sua madre, a guardare la televisione. Poco dopo arriva un gruppo di paramedici e scopriamo che la donna è morta di overdose. In tutto questo tempo il ragazzo non ha smesso di guardare le immagini di uno dei tanti programmi d’indovinelli trasmessi sul piccolo schermo. Rimasto orfano, del padre non si parla mai, va a vivere con la monna, una specie di matrona nevrotica i cui figli hanno formato una banda di rapinatori di banche e spacciatori, in perenne conflitto con una polizia che non esita a usare modi spicci per eliminarli. E’ una guerra che non ammette prigionieri e in cui tutte le efferatezze sono permesse. Lentamente il giovane precipita in questo inferno, sino a sfiorare la delazione. Sarà l’uccisione, da parte del fratello, della ragazza che ha incontrato in quella feroce famiglia e della quale si è innamorato, a spingerlo alla vendetta e, in pratica, a mettersi al livello di questo regno animale. Il film ha vinto numerosi premi, fra cui uno dei maggiori del Sundance Film Festival, è pervaso da una straordinaria lucidità nella descrizione di un mondo in cui non ci sono buoni o cattivi, ma solo animali pronti a uccidere per sopravvivere o per il proprio benessere. E’ una prova di maturità registica davvero fuori dal comune e un film destinato a rimanere a lungo nella mente.