43º Sitges Festival Internacional de Cinema de Catalunya 2010 - Pagina 3

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43º Sitges Festival Internacional de Cinema de Catalunya 2010
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Al terzo giorno di Festival, un film spagnolo ha fatto dimenticare tutti i precedenti. Carne de neón (Carne da neon), titolo che deriva dalle prostitute che si vendono di notte alla luce del neon, è diretto da Paco Cabezas, sivigliano del 1976, che esordí con un corto dallo stesso titolo, interpretato da Victoria Abril. Per il lungo ci sono voluti otto anni di gestazione, e l’autore ne sintetizza il tema in poche parole: E’ una storia di brutta gente che conduce una malavita. E` adrenalica e brutalmente divertente... una storia di ‘figli di puttana’ che in fondo hanno un cuore e che desiderano, disperatamente, di essere amati’”. Per quanto violenta, resta una commedia da bassifondi con personaggi di strada colti in situazioni spesso grottesche. Ha il merito di offrire ad Angelina Molina un personaggio singolare che interpreta in maniera stupenda. Appare alla metá del film, quando esce di prigione e incontra il figlio che non riconosce perché soffre di Alzheimer, ma non ha dimenticato di essere una prostituta e gli offre le sue prestazioni. Il figlio Ricky (Mario Casas), ha 23 anni ed è stato abbandonato quando ne aveva 12. Ora lavora con Angel, un piccolo boss (Vicente Romero) che tenta di ribellarsi a due caimani che si dividono il quartiere. Comprate alcune ragazze dell’est per poche migliaia di euro, Angel inaugura un night-bordello e prepara la festa per accogliere la madre di Ricky. Potrebbero costituire un piccolo nucleo di malavitosi felici del quale fanno parte anche un travestito con desiderio di maternitá (Dámaso Conde), un gigante buono (Luciano Cáceres) che si innamora di un’africana raccolta dopo un naufragio, e una giovane drogata (Macarena Gómez) che si considera la ragazza del capo. Le cose andranno diversamente. I cattivi reclamano i loro diritti, soprattutto il Cinese, (Darío Grandinetti) il cui figlio è stato ucciso in carcere dalla polizia. Sta preparando una tremenda vendetta nella quale verrá coinvolto anche Ricky, ma seguono numerosi colpi di scena, affrontamenti e morti che sarebbe negativo rivelare. Va invece detto che la sceneggiatura dello stesso Paco Cabezas intrattiene con continue sorprese, personaggi marginali ben descritti, e situazioni che passano senza grandi stacchi dalla commedia al dramma con atmosfere spesso grottesche, ma sempre radicate nel comportamento malavitoso. Questi diseredati si potrebbero definire I soliti ignoti cinquant’anni dopo con tutto l’abbrutimento e la violenza dei nostri giorni.