14 Marzo 2010
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11º Festival Internacional de Cine Las Palmas de Gran Canaria 2010 |
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Se la crisi immobiliare ha colpito pesantemente la Spagna, ma anche quella del turismo non scherza. Si puó constatare nelle Isole Canarie, e soprattutto nella capitale, dove il Festival del cinema giunto alla 11ª edizione ha tagliato la presenza delle star internazionali e ha limitato gli inviti per la stampa. Tuttavia non ha impedito che linaugurazione fosse dedicata al regista canadese Atom Egoyan, presente insieme con la moglie, lattrice Arsinée Khanjian. La retrospettiva di tutti i suoi film, (lunghi, corti e lavori televisivi), è stata completata da un libro edito dal Festival. Divi a parte, il Festival è stato inaugurato in grande spolvero, con unimportante Giuria internazionale presieduta da Francesco Maselli, e della quale fa parte anche lo scrittore italiano Claudio Rizzo. Quattordici i film in concorso, e sei sezioni omaggio dedicate a Philippe Grandieux, Cao Guimaraes, Akira Kurosawa, Mark Rappaport, Jan Svankmajer e al cinema portoghese. Molte le sezioni parallele: informativa, panorama, nuovi registi, déja vu, foro canario, the freakiest night, magic lantern.
La sezione ufficiale, quella che maggiormente ripropone film visti in grandi festival, ha privilegiato i film meno commerciali: storie di giovani, di disadattati, di sentimenti e delle periferie del mondo. Tra spunti di commedia, romantica e sentimentale, finisce in dramma la storia damore e di solitudine del giapponese Masahiro Kobayashi, Byakura (Notte Bianca), sullincontro di due giovani a Lione. Giapponese lei che su un ponte spera di incontrare lamante conosciuto a Tokio; giapponese lui, giramondo squattrinato, incuriosito dalla presenza della ragazza. Superata la diffidenza, i due si confidano. Lui tenta di rintracciare luomo della ragazza. A sera, peró, non si hanno notizie, mentre tra i due è spuntato un flirt. Lontani da casa e senza persone che li stiano aspettando decidono di vivere da bohémièn a Parigi. Sembra fatta, ma allultimo minuto lui si sente spiazzato, e scompare.
Giovani anche i protagonisti del malese Sham Moh (Alla fine dellalba) di Ho Yuhang. Tuck Chai ha 23 anni e vive con la madre separata in periferia. Lei ne ha sedici, vive nel lusso di una villa, con genitori oziosi. Viziata ed egoísta, la ragazza snobba le compagne di scuola, e ne sparla. Quando i genitori trovano a casa dei profilattici, scoprono che intrattiene rapporti sessuali con Tuck Chai, e invitano la madre per discutere la situazione. Lei si scusa, ma i genitori della ragazza chiedono una somma di denaro per non denunciare lo stupro di minore. Con grandi sacrifici la donna riesce a versare il denaro. Non si accontentano. Ne vogliono ancora, e provocano la reazione di Tuck Chai. Narrato in maniera moderna, con frequenti cambi di scene e con attori convincenti, il film imbroglia le carte nel finale trasformandosi in una sorta di film noir.
Giovani sbandati si muovono anche tra Berlino, Ashkelon e Gerusalemme, in Saturn returns (Saturno ritorna) dellisraeliano Lior Shamriz. Si direbbe un pamphlet sulla vita di alcuni punk nella capitale tedesca. Narra, in realtá, la sbandata di Lucy, figlia di un diplomatico statunitense, in rivolta contro lestablishment. Vive a Berlino con Derek, punk gay, tra alcohol, feste, e droga. Lamicizia con Galia, ragazza arrivata da Israele in cerca di sé e del suo posto nella societá le fanno capire le ragioni del padre e della borghesia. Tra progetto e improvvisazione, un film a piccolissimo budget che non aggiunge molto sulla vita della gioventú dei nostri giorni.
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