49° SITGES Festival Internacional de Cinema Fantàstic de Catalunya - Pagina 7

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49° SITGES Festival Internacional de Cinema Fantàstic de Catalunya
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SchneiderMomento di distensione al Festival con due film in concorso orchestrati come giochi. Non mancano i morti, ma gli intrecci risultano a volte divertenti con la complicità degli sceneggiatori. Il meno lineare dei due è Schneider vs. Bax (Schneider contro Bax), produzione belga olandese per la regia di Alex Van Warmerdam che due anni fa a Sitges vinse il Gran Premio con Borgman.   Scritto dal regista, il film si apre in un mattino con due bambine che fanno gli auguri di compleanno al papà ancora a letto. Non sanno, e non lo sa neanche la madre, che il signor Schneider ha una doppia vita. Nella seconda è un killer a pagamento. Una chiamata urgente lo sbalza fuori di casa, ma promette alla moglie di tornare per il pranzo. Gli viene chiesto di eliminare uno scrittore che vive isolato in una laguna. Motivo? E’ un infanticida. Schneider si traveste cambia identità, e armato di tutto punto si avvicina al bersaglio. Lo scrittore però riceve la visita della figlia, e lui chiama il contatto perché non vuole uccidere tutti e due. Il contatto assicura che farà allontanare la donna, ma in realtà è la vittima designata è proprio l'asssino a pagamentoi. Il cliente, infatti, è d’accordo con lo scrittore, altro killer, al quale ha detto che Schneider è un infanticida e che lui deve appostarsi per eliminarlo. La vicenda si complica col padre dello scrittore accompagnato da una giovanissima amante che arriva in visita, e con l’irruzione della donna del padrone di casa, amante bistrattata che vuol soltanto recuperare le sue cose. Interpretato dallo stesso van Warmerdam e da Anette Malherbe, il film dura 96 minuti e segue un percorso pieno di imprevisti e trovate che dilatano il racconto pur mantenendo alta la tensione. Alla fine l’importante è fare bene il proprio lavoro e tornare a casa in tempo per la festa di compleanno.
copcarsmallPiù semplice, ma altrettanto divertente il disegno di Cop Car (Auto della polizia), secondo film dello statunitense Jon Watts interpretato da Kevin Bacon. Due bambini di circa dieci anni attraversano i campi disobbedendo ai genitori che li credono a scuola. Siamo nel Colorado, e i due piccoli trovano una macchina apparentemente abbandonata. Dopo lunghe esitazioni montano a bordo, accendono il motore e partono. Si dà il caso che sia lo sceriffo ad aver lasciato l’auto tra gli alberi per andarsi a sbarazzare del cadavere di un trafficante che ha ucciso dopo avergli sottratto la droga. Di ritorno non crede ai suoi occhi ma si mette a correre all’impazzata dopo aver dirottato con una telefonata tutti gli agenti disponibili. Il fatto è che nella sua macchina oltre alla pistola, il fucile e i documenti c’è un altro prigioniero quasi cadavere. Lo scoprono i due bambini che sentono rumori nel portabagagli. Legato, ma ancora vivo, il balordo chiede pietà ai bambini. Una volta liberato, però, è lui che li chiude sui sedili posteriori dell’auto, prende il fucile e va ad appostarsi. I bambini infatti hanno intercettato una telefonata dello sceriffo che li ha assicurati che sarebbe venuto a recuperare la sua auto e ad accompagnarli a casa. Meno tenero, però, quando arriva sul luogo ma deve giocare la carta del poliziotto buono perché scopre di essere nel mirino della sua presunta vittima. E a questo punto entra in scena una signora curiosa che ha notato le due auto in sosta in mezzo al nulla. Lasciamo il finale allo spettatore che vedrà il film in sala. Da parte nostra un grazie a due film non eccellenti, ma che non annoiano.