36° Festival Cinéma Méditerranée di Montpellier - Pagina 5

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 stella cadente 0.jpg.limit.300x400Il cartellone della sezione del festival dedicata alle migliori produzioni recenti dei diversi paesi (Panorama), che affacciano sul Mediterraneo, si è aperto fila con Étoile Filante (Stella Cadente) del produttore spagnolo Luis Minarro che approda al suo primo lungometraggio com e regista. Lo scenario è quello della successione al trono di Spagna di Amedeo d’Aosta figlio maschio secondogenito di Vittorio Emanuele II, futuro re dell'Italia unita, il quale si preoccupò attivamente di garantire, alla casata sabauda, il trono vacante nella successione spagnola del 1870. Ferdinando VII di Borbone, infatti, era morto senza eredi maschi e, in previsione di ciò, aveva abolito la legge salica a favore della figlia Isabella II, ancora bambina. Amedeo, proclamato dalla Cortes re di Spagna il 16 novembre 1870 tentò di mettere ordine e modernizzare un paese per molti aspetti ancora feudale. Sovrano illuminato e animato da idee quasi progressiste avrebbe voluto una monarchia parlamentare, un embrione di stato sociale e una alfabetizzazione per tutti, ma che finisce con l’abbandonare le sue idee, alla cui realizzazione non trova altroché ostacoli, muri e porte chiuse – a volte letteralmente. Amedeo pose fine al suo breve regno con l’atto di abdicazione pronunciato l’11 febbraio 1873, e alle dieci di sera del giorno stesso in cui in Spagna è proclamata la repubblica. Il regista segue questa vicenda con scarsa attenzione, per i fatti storici lasciati sullo sfondo, ma anche per l’ambientazione, commettendo il grossolano errore di immaginare la residenza del sovrano nel palazzo-fortezza di Castel del Monte in Puglia, monumento troppo noto per poterlo immaginare nella regione spagnola della Castiglia. Ciò che manca al lavoro di questo cineasta è il giusto respiro che consenta all’opera di essere inserita nel filone dei film storici.
sud-nienteEsordio decisamente più interessante è quello del trentaduenne Fabio Mollo con il lungometraggio Il sud è niente, unico film italiano della sezione. Si tratta di un racconto doloroso ma al contempo dolce ed intenso di elaborazione di un lutto, quello della giovane adolescente Grazia, interpretata dalla esordiente Miriam Karlkvist, per il fratello, misteriosamente scomparso dopo essere emigrato in Germania. Il regista focalizza il suo lavoro sul percorso d’ingresso nell’età adulta della giovane protagonista e sulla dura realtà con la quale è costretta a confrontarsi: quella familiare rappresentata dalla bottega, del padre pescatore di stocco che ha difficolta a sbarcare il lunario, e quella ambientale delle tante, troppe, strade deserte e dei cantieri mai ultimati della periferia di Reggio Calabria. Un deserto ed una desolazione non solo esteriore, ma anche interiore dove l’unica possibilità di salvezza, al di là dei soliti luoghi comuni, è rappresentata, ancora una volta, dalla fuga verso il nord.

Family Tour-Liliana Torres-PosterFamily Tour (Giro di famiglia), opera della regista nonché sceneggiatrice Liliana Torres, è il secondo lungometraggio spagnolo della sezione. E’ una pellicola dai toni autobiografici, dove la maggior parte degli interpreti sono familiari ed amici della cineasta. La storia è semplice: dopo un lungo periodo passato all’estero la protagonista torna a casa ad incontrare la famiglia e come spesso accade nella realtà, l’occasione si trasforma nel più classico tour di visita ai vari parenti. Tra momenti di ilarità e di malinconia per Lei sarà l’occasione di ricostruire la storia della sua famiglia e le esperienze della sua infanzia, ma anche di confrontarsi con le proprie frustrazioni, che solo la lontananza aveva in parte sopite e con i difetti ereditati. Una commedia gradevole, forse a tratti banale, ma per questo non priva spontaneità.
Quarta pellicola della sezione è il lungometraggio Pitchipoi del regista e sceneggiatore Charl Nejman. Una commedia a tratti surreale ambientata nella Parigi d’oggi, dove vive e lavora il protagonista il giovane commediante umorista Julien Schulmann (interpretato da Xavier Gallia), costretto suo malgrado ad adempiere alle volontà testamentarie del padre, un ex deportato dei campi di concertamento nazisti, di vedere le sue ceneri sparse sul suolo natio della Polonia. E’ allora che per Julien inizia un viaggio a ritroso, verso, non tanto un luogo fisico, Pitchipoi (soprannome usato dagli ebrei di Francia per descrivere la destinazione sconosciuta misteriosa e spaventosa, dove venivano indirizzati i convogli dei deportati lì, da qualche parte, lontano verso l'Oriente), quanto uno spazio temporale costruito con diverse ambientazioni, non sempre collegate fra loro e animate da fantasmi e demoni. Sono i fantasmi e demoni della coscienza di Julien e del percorso catartico che porterà al disvelamento di un terribile segreto. Un film non semplice, non certo per il vasto pubblico, poco adatto alla grande distribuzione.

1389696362pithumb-resize-375x210Quarta pellicola della sezione è il lungometraggio Pitchipoi del regista e sceneggiatore Charl Nejman. Una commedia a tratti surreale ambientata nella Parigi d’oggi, dove vive e lavora il protagonista il giovane commediante umorista Julien Schulmann (interpretato da Xavier Gallia), costretto suo malgrado ad adempiere alle volontà testamentarie del padre, un ex deportato dei campi di concertamento nazisti, di vedere le sue ceneri sparse sul suolo natio della Polonia. E’ allora che per Julien inizia un viaggio a ritroso, verso, non tanto un luogo fisico, Pitchipoi (soprannome usato dagli ebrei di Francia per descrivere la destinazione sconosciuta misteriosa e spaventosa, dove venivano indirizzati i convogli dei deportati lì, da qualche parte, lontano verso l'Oriente), quanto uno spazio temporale costruito con diverse ambientazioni, non sempre collegate fra loro e animate da fantasmi e demoni. Sono i fantasmi e demoni della coscienza di Julien e del percorso catartico che porterà al disvelamento di un terribile segreto. Un film non semplice, non certo per il vasto pubblico, poco adatto alla grande distribuzione.

A.S.