Festival Internazionale del Film di Cannes 2017 - Pagina 9

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Festival Internazionale del Film di Cannes 2017
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l-amant-doubleFrançois Ozon è fra gli autori più prolifici del cinema francese. Dall’esordio, nel 1998, ha firmato ben diciotto film spesso a distanza di un solo anno l’uno dall’altro. Frantz, ad esempio è stato presentato nel 2016 alla Mostra di Venezia, dove ha ottenuto il premio Marcello Mastroianni per un’attrice emergente andato alla tedesca Paula Beer, ed è ora seguito da L’amant double (L’amante doppia). È una sorta di thriller psicologico con al centro la figura di una giovane donna, Chloé, incerta nell'amore fra due fratelli gemelli entrambi psicoterapeuti. Il finale, moderatamente a sorpresa, segnala come il tema del doppio non sia negli uomini, ma nella donna stessa le cui turbe nascono dalla convinzione di essere la responsabile della morte di una sua gemella la cui esistenza ci è rivelata a poche sequenze dalla fine. Per arrivare a questo approdo passano quasi due ore costellate di nudi, scene di sesso, immagini scostanti fra cui un paio di organi genitali femminili ripresi con inquadrature ginecologiche. Va bene che uno dei quadri di maggior rottura della pittura francese, L'origine du monde (L’origine del mondo, 1866) di Gustave Courbet (1819 –1877) contiene proprio un sesso femminile, ma non sembra che il regista abbia voluto rifarsi ad un precedente tanto illustre, quanto scioccare il pubblico senza troppa fatica. In altre parole il cineasta si conferma abile costruttore di storie apparentemente anticonformiste, in realtà perfettamente inserite nel catalogo dei materiali più ovvi.
The-Fade-2017-600x240Aus dem Nicht (letteralmente Dal nulla, ma il titolo internazionale sarà Nella dissolvenza) del regista tedesco d’origine turca Fatih Akin è un melodramma solido che ruota attorno alla figura di una donna che perde, in un attentato di matrice nazista, il figlio e il marito, un turco rimessosi sulla retta via dopo aver scontato una condanna per traffico di stupefacenti. Nonostante la sua testimonianza e quella di poliziotti e periti la coppia accusata del delitto è assolta per insufficienza di prove. I due accusati si rifugiano in Grecia, sotto le ali protettive dei neonazisti di Alba Dorata. Qui la vedova li scova accampati nei pressi di una spiaggia. Vorrebbe farli saltare in aria con una bomba come quella che loro hanno usato ad Amburgo, ma poi sceglie di morire assieme ai due assassini facendosi esplodere nella loro roulotte. Gran parte della storia è occupata dalla cronaca del processo a dimostrare l’impotenza della giustizia a perseguire i colpevoli anche quando ci sono prove e testimonianze. Se ne ricava una strana morale, confermata dalla didascalia finale in cui si citano i molti non tedeschi ammazzati dai neonazisti negli ultimi anni, è cioè che è impossibile avere giustizia percorrendo le vie legali. Meglio il ricorso alla vendetta privata. Può darsi che questa sia la lezione che il regista trae da un sistema troppo garantista, ma è un’impressione assai discutibile da un punto di vista politico e morale. Ciò che resta è un film teso e costruito con abilità, interpretato assai bene da Diane Kruger che alterna dolore e disperazione in maniera convincente.