Festival Internazionale del Film di Cannes 2017 - Pagina 11

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Festival Internazionale del Film di Cannes 2017
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Non sei mai stato veramente qui 1

Il ventaglio delle candidature alla Palm d’Or 2017, 70ma nella storia del festival, si è chiuso con la presentazione di You Were Never Really Here (Non sei mai stato veramente qui) dell’inglese Lynne Ramsay al suo terzo lungometraggio. Il film è tratto da un racconto dello scrittore e attore  Jonathan Ames alla cui penna si debbono anche le miniserie televisive Bored to Death (Annoiato a morte, 2009/2011) e Blunt Talk (Parlare sottovoce, 2015) oltre alla sceneggiatura del film Un perfetto gentiluomo (The Extra Man, 2010) diretto da  Shari Springer Berman e Robert Pulcini. Il testo di cui stiamo parlando è stato edito in Italia nel 2014 da Baldini & Castoldi. Vi si raccontano un pomeriggio e una notte in cui un veterano di guerra e dell’FBI, diventato assassino a pagamento, cerca di salvare una ragazzina, figlia del candidato al governatorato di New York, da un giro di prostituzione minorile gestito nell’interesse del rivale del politico. Bastano questi riferimenti per far capire come siamo in presenza di una coproduzione anglo - franco – americana che gronda sangue e violenza anche se la regista fa il possibile per limitare le immagini grandguignolesche. Il problema è che il film fa riferimento a un lungo catalogo di opere dello stesso tipo e, spesso, di maggiore interesse. Non è, dunque, l’originalità la dote migliore di un testo che, anzi, affonda nell’ovvio, nel prevedibile e nel già visto. Unica nota positiva la prestazione di un martoriato Joaquin Phoenix che resta sullo schermo dalla prima all’ultima immagine. In definitiva una chiusura, per quanto riguarda la competizione, davvero in calando che non ha risollevato le sorti di una rassegna davvero modesta.
0486b101d823c4b3554c2a6348bc17d4A chiusura del festival è stato presentato fuori competizione D’après une Histoire Vraie (Da una storia vera) in cui Roman Polanski riannoda alcuni dei fili già segnalati nella sua produzione: l’incubo (Repulsione - Répulsion -1965), il mistero (Rosemary’s Baby, 1968), la sostituzione di persona (L'inquilino del terzo piano - Le locataire - 1976)) e la creazione artistica (L'uomo nell'ombra - The Ghost Writer, 2010). Un'autrice di successo incontra un’altra donna che riesce a intrufolarsi nella sua vita sino a condizionarla profondamente. Questa inquietante presenza sfuma sino al punto che, quando la scrittrice è ritrovata moribonda in un fosso di campagna, per lei c’è materia per un nuovo libro di successo desunto appunto, da una storia vera. Il regista lascia allo spettatore il dubbio se si sia trattato di una vicenda reale o di un sogno, in ogni caso la fantasia si è trasferita sulla pagina scritta e commuoverà migliaia di lettori. Il film ricorre a temi che quest’autore ha già affrontato, in molti casi con risultati meglio definiti, ma offre una maestria narrativa e una pulizia d’esposizione che appartengono veramente al grande cinema. Stupisce, ma sino ad un certo punto, trovare nella sceneggiatura il nome, oltre a quello del regista, di Olivier Assayas un altro cineasta i cui ultimi film svelavano una propensione al mistero che qui riceve l’imprimatur e la raffinatezza di una grande aurore.