Festival Internazionale del Film di Cannes 2014 - Pagina 2

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Festival Internazionale del Film di Cannes 2014
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locandinaIl festival si è aperto con la proiezione, fuori concorso, di Grace di Monaco (Grace of Monaco) del regista francese Olivier Dahan. Prima ancora di essere proiettato il film ha suscitato vibranti polemiche innescate dalla casa regnate nel Principato, alcuni dei suoi autorevoli membri - i figli di Grace Kelly: Alberto, Stephanie e Carolina in prima fila - hanno rimproverato a regista e produttore di aver costruito un film segnato da  importanti inesattezze storiche e da una serie di scene puramente fittizie. Visto il film viene la forte tentazione di dare ragione ai Principi Grimaldi, perchè di null’altro si tratta se non di un supercolosso a dimensione europea interamente giostrato sua alcune star hollywoodiane (Nicole Kidman, Tim Roth, Frank Langella) e su una sfilata di abiti e gioielli degna di una mostra sull’epoca. Siamo all’inizio degli anni sessanta e Grace Kelly, attrice americana musa di Alfred Hitchcock, ha sposato sei anni prima il Principe Ranieri di Monaco, diventando la sovrana del minuscolo regno incastonato nella Costa Azzurra francese. Sono tempi difficili la Guerra d’Algeria si sta chiudendo con enormi perdite di vite da parte della Francia dove il Generale de Gaulle (1890 – 1970), salito al potere nel 1959 con la nascita della quinta repubblica di cui è eletto primo presidente, sta tentando di rivitalizzare le finanze statali salassate dal lungo conflitto nordafricano. Una delle sue decisioni mira ad arginare la fuga delle imprese nazionali verso il principato monegasco che consente alle aziende di non pagare tasse. Il braccio di ferro che ne segue con le autorità del piccolo regno vede una continua escalation di minacce sino al blocco, da parte dei francesi, dei confini del principato. Poca cosa, nel quadro generale dei fatti di quegli anni, ma fonte di grandi preoccupazioni per il Principe e la Principessa. Quest’ultima, inoltre, deve prendere una difficile decisione: se accettare o respingere l’offerta che arriva dalla Mecca del cinema di interpretare Marnie (1964) del suo mentore Alfred Hitchcock. Alla fine sceglierà di anteporre i doveri politici alla passione per la settima arte, arrivando, ci dice Oliver Dahan, a svelare oscure congiure di corte e disinnescare i propositi annessionisti del generale. Siamo in anni in cui accadono vicende importanti e segneranno il futuro per molto tempo (si pensi al conflitto algerino e all’inizio della fine del colonialismo francese), tuttavia di tutto questo non c’è traccia nel film che si limita ad esporre palazzi da sogno, abiti d’alta moda, gioielli milionari. In poche parole un film hollywoodiano, anche se di produzione prevalentemente europea, nel senso peggiore del termine, vacuo ed esteriormente smagliante.