Sitges - 44º Festival Internacional de Cinema de Catalunya 2011 - Pagina 7

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Sitges - 44º Festival Internacional de Cinema de Catalunya 2011
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altL’ottavo giorno del festival è stato dedicato a due singolari film francesi in concorso. Livide (Livido) si situa tra horror e fantastico, è il secondo film del duo Alexandre Bustillo - Julien Maury, che ha esordito nel 2007 con l'applaudito A l'intérieur (All'interno). La protagonista, Lucie, (Chloé Coulloud), non è ancora ventenne ed è in lutto per la morte della madre (Béatrice Dalle). Infermiera stagista, Lucie accompagna la signora Wilson (Catherine Jacob) nel suo giro quotidiano di visite agli anziani. In una villa importante e diroccata, Wilson applica una flebo alla signora Jessl, famosa maestra di danza in un tempo ormai remoto. In coma cerebrale, giace al centro di un immenso letto in una vasta stanza piena di ornamenti. Con stupore, Lucie osserva la donna ultracentenaria, i folti capelli bianchi e le lunghissime unghie. Wilson le confida che la paziente è ricchissima. Sicuramente nasconde un tesoro. Lei l’ha cercato, ma senza fortuna. La sera Lucie litiga col padre che ha deciso di portare a casa un'amica. Trovando il tesoro, pensa, potrebbe avere una vita autonoma. Ne parla col ragazzo e quella notte, i due e un amico penetrano nella villa. Qui avviene la svolta del film. Non solo non trovano il tesoro ma sono entrati in un incubo. Porte e finestre sono misteriosamente sigillate e la casa è piena di sorprese. L'irruzione spavalda sfocia in una trappola mortale. Dopo aver imperversato e distrutto alla ricerca del tesoro, i due giovanotti dovranno difendersi da strane creature e da giovani e sanguinarie ballerine. Aggressori diventati prede, conosceranno il terrore delle vittime sacrificali. Va invece meglio per Lucie, che si è sempre mantenuta in disparte. Si difende dall'assalto dei fantasmi, scopre affinità con una ballerina e la aspetta una sorpresa. Siamo dalle parti di Dario Argento. Non nuova la casa stregata, ma gli autori l'hanno attrezzata con personaggi, macchine e situazioni curiose.
altDifferenti gli ottanta minuti di Carrè Blanc, (Quadrato bianco in francese segno convenzionale della censura televisiva), esordio del parigino Jean-Baptiste Léonetti. Sami Bouajila è Philippe, impresario che opera con metodi militari e che sottopone i suoi dipendenti a sadici esercizi. I test di selezione sono pretestuosi, snervanti, e generalmente inutili perché servono soltanto a soddisfare la paranoia del capo. I quadri in cerca di affermazioni sono trattati come marionette. In un mondo disumanizzato, non c'è posto per la famiglia e per la vita privata. Il mondo dell'impresa si sta sostituendo ai rituali della vita quotidiana preparando un'apocalisse che non verrà dalla morte nucleare ma dall'inaridimento degli esseri umani. Chi è Philippe? Un flashback lo mostra ragazzo in una periferia. Solo e irresoluto. E poi lo troviamo in un centro di riabilitazione per aver tentato il suicidio. Ora è sposato con Marie (Julie Gayet) che ha conosciuto al centro. La loro unione è a pezzi. Tuttavia sarà lei a lottare contro il sistema per salvare il loro amore. Prodotto da Belgio, Francia, Lussemburgo, Russia e Svizzera, il film è come un urlo in un bunker di cemento.