Sitges - 44º Festival Internacional de Cinema de Catalunya 2011 - Pagina 4

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Sitges - 44º Festival Internacional de Cinema de Catalunya 2011
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altCasa Asia è una sezione del festival che comprende anche alcuni film che partecipano al concorso. The sorcerer and the white snake (Il mago e il serpente bianco) è uno di questi, e vanta un regista famoso: Tony Ching Siu-tung con circa venticinque film all’attivo uno dei quali Storia cinese di fantasmi (Sien nui yau wan, 1987) rivoluzionò il cinema d’azione e di fantasia. Girato a Hong Kong, fu apprezzato in tutto il mondo occidentale. Il regista, che è anche uno dei premiati con la Máquina del Temps, ha deliziato il pubblico con una favola ispirata da una delle più antiche leggende cinesi di tradizione orale, è diventata in seguito poema, opera, balletto, film e serie tivù. Questo cineasta, che ha diretto anche gli effetti speciali delle Olimpiadi di Pechino, propone una vicenda travolgente che incanta con la reinvenzione di scenari naturali, le trovate fantastiche di un mondo magico e con un serrato ritmo narrativo. Il regista, tuttavia, non si accontenta dell’azione: vi mescola umorismo e sentimento coinvolgendo lo spettatore in una singolare storia d’amore. Il serpente bianco è una bellissima donna, sorridente e generosa. Sua sorella, il serpente verde, è capricciosa e dispettosa. Per gioco fa cadere in acqua il giovane Xu Xian, raccoglitore d’erbe che non sa nuotare, e si diverte nel vederlo affogare. Lo salva la sorella, premendo le labbra contro le sue mentre risalgono in superficie. Poi sparisce; quando rinviene, il giovane ha un vago ricordo della donna e ne è innamorato. Anche lei scopre d’amarlo: è pronta a rinunciare al mondo del male per restare con lui e crea una situazione per incontrarlo. Detto fatto, i due vivono insieme su una barca, ma il mago-sacerdote Fa Hai sente odore di zolfo e interviene per separarla dal marito. Con sfoggio di effetti speciali, il regista illustra le varie fasi della lotta che degli amanti narrando anche la vicenda comica della relazione del serpente verde col novizio del mago. Peccato che l’amore sia stato inserito nell’universo del maligno, perché i santi non possono essere sconfitti.
altE' curioso, ma sicuramente troppo lungo e molto ripetitivo nella prima parte, un altro film orientale Gantz di Shinsuke Sato. Sceneggiato da Yusuke Watanabe dal manga di Hiroya Oku, narra di alcuni morti ai quali è offerta la possibilità di tornare in vita, per beneficiare di questa chance devono affrontare lotte durissime e impari contro avversari temibili e imprevedibili. Chi soccombe sparisce: chi vince guadagna qualche punto, ma ce ne vogliono ben cento per resuscitare o per far tornare in vita un amico. Anche se possono avere armi e uniformi, i più soccombono. Protagonisti due giovani, Key e Masaro, travolti dalla metropolitana mentre tentano di salvare un uomo. Saranno al centro della lotta, dapprima contro robot riottosi, poi contro colossali guerrieri e la furia degli dei. Se ne salva uno che giura di lottare per riscattare l’amico. Dura 130 minuti, ed è soltanto la prima parte. Della seconda è programmata l’uscita, film e dvd, a novembre.