02 Maggio 2018
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Festival Internazionale del Film di Cannes 2018 |
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Netemo Sametemo (Asako 1 e 2), del giapponese Hamaguchi Ryusuke, racconta in due tempi la storia della giovane Asako che, in un primo momento, s’innamora perdutamente di un bel tenebroso e, due anni dopo, incontra un sosia dell’amato e si abbandona anche lui al punto di essere disposta a sposarlo. Ecco allora ricomparire il primo amante, nel frattempo diventato un divo della televisione e un apprezzato modello. Ritorno di fiamma e fuga dal prossimo sposalizio, salvo pentimento a mezza strada e ritorno al promesso sposo che, con qualche perplessità accoglie la fuggitiva. Il film ha il ritmo e lo sviluppo di una telenovela, meglio di un fumetto e tutti gli ingredienti per piacere al grande pubblico femminile, ma poche doti per essere compreso nella selezione di un importante festival internazionale come quello di Cannes. Ogni cosa è realizzata con cura e confezionata in modo da piacere alla borghesia urbana femminile, ma nulla è portatore di vero interesse.
Blackklansmann (Il nero del KKK) conferma la vocazione dell’americano Spike Lee alla difesa dei diritti della gente di colore. Il film racconta, preceduta e conclusa da immagini di repertorio di rivolte dei neri, la storia di un agente di colore della polizia del Colorado che riesce, al telefono, a fingersi bianco e razzista. Con l’aiuto di un collega ebreo, smaschererà una sezione del Ku Klux Klan che stava per intraprendere una campagna di attentati dinamitardi. Il film è professionalmente solido, corretto nella costruzione e avvincente nello sviluppo, ma rimane un testo a tesi che poco aggiunge al linguaggio cinematografico. Da notare la sequenza in cui gli uomini del Klan si agitano, inveendo contro i neri, alla proiezione della seconda parte di Nascita di una nazione (The Birth of a Nation, 1915) di David Wark Griffith (1875 –1948). È un passo falso del regista non tanto perché il vecchio cineasta non fosse di idee razzista, ma in quanto in questo modo si annullano i contributi, importanti e significativi, da lui dati alla storia e allo sviluppo del cinema. In altre parole un film militante con i pregi e i difetti che appartengono a questo genere.
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