Inviato da Andrea Sessarego
08 Gennaio, 2020
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“Aspromonte la terra degli ultimi” di Mimmo Calopresti, tratto dall'opera letteraria di Pietro Criaco “Via dall'Aspromonte” è un bel film. Racconta la storia vera delle condizioni disperate, in cui erano costretti a vivere gli abitanti di Africo, paesino incastonato tra le montagne, luogo geografico e luogo dell’anima, dove ancora agli inizi degli anni ’60 non c’è la luce elettrica né la strada, né un medico per curare la gente. Il regista avvia un’operazione coraggiosa: raccontare gli ultimi, la loro condizione tramutandoli in eroi, capaci di prendere in mano il loro destino e compiere una piccola rivoluzione, costruire finalmente la strada che colleghi il paese alla marina. Attraverso i personaggi simbolo che animano la storia, come Ciccio ( Marcello Fonte, il poeta di Africo, che è l’unico che sa leggere e scrivere9 e disegna con la mano e la penna traiettorie impossibili nel cielo, la maestra (Valeria Bruni Tedeschi) il brigante Don Totò (Sergio Rubini), che spadroneggia sul territorio, va in scena l’eterno conflitto tra bene e male, tra nord e sud, tra città e campagna, tra ricchi e poveri e dove una banale strada si trasforma nel sogno di conquista della libertà.