Il regista italo turco Ferzan Ozpetek – qui alla sua tredicesima regia di un lungometraggio – è autore riconoscibile sia all’interno di opere che trattano di fatti comuni di gente comune (o quasi) che in titoli più complessi come, ad esempio, Rosso Istanbul (Istanbul Kirmizis, 2017) e Napoli velata (2017). Con La Dea Fortuna è un po’ tornato alle sue origini, raccontando una storia basata su sentimenti e fatti della vita. La struttura narrativa, apparentemente semplice, è solo il veicolo più universale per raggiungere il suo pubblico ma, soprattutto, farsi meglio conoscere da chi considera il suo lavoro un insieme di costruzioni volte all’intellettualismo. Si immerge nel melò sporcandosi un po’ le mani ma riesce, tutto sommato, a gestirlo con bravura. Che la coppia protagonista della vicenda non sia eterosessuale poco conta: non è la storia di due gay ma di una coppia in crisi dopo 15 anni di convivenza apparentemente felice.
Il soggetto lo ha scritto col fido Gianni Romoli – qui alla sua nona collaborazione con Ferzan – mentre nella sceneggiatura c’è anche una new entry, Silvia Ranfagni attrice italiana nota per il ruolo di Livia Adami in Suburra ma che ha già alle spalle 5 script anche per film impegnati e difficili quali Mater Natura (2005) di Massimo Andrei con un giovane transessuale che si prostituisce per vivere o Io Rom Romantica (2014) di Laura Halilovic con ragazza Rom diciottenne che è nata in Italia ma, per motivi burocratici, non può ottenere la cittadinanza. L’apporto nella colonna sonora del brano cantato da Mina e composto dal genovese Ivano Fossati è notevole, e dona atmosfere difficili da spiegare. La scelta dei due attori protagonisti è assolutamente azzeccata con l’intellettuale Stefano Accorsi (che ha iniziato a collaborare col regista dal 2001 per Le fate ignoranti) e il rude Edoardo Leo qui al suo primo incontro con Ferzan Ozpetek. Proprio Leo si dimostra il più bravo, dando vita ad un personaggio molto sfaccettato che richiede frequenti cambiamenti da toni drammatici a più da commedia: un’ulteriore conferma per uno dei migliori attori italiani… ex giovani. Non siamo di fronte ad un capolavoro, ma ad un titolo onesto che non tradisce la precedente produzione del regista ma nemmeno aggiunge qualcosa di indimenticabile. Arturo e Alessandro sono una coppia che vive assieme da più di quindici anni. Nonostante la passione e l’amore si siano trasformati in affetto, la loro relazione è in crisi da tempo. L’improvviso arrivo nelle loro vite di due bambini lasciati in custodia per qualche giorno da Annamaria, la migliore amica di Alessandro, potrebbe però dare un’insperata svolta alla loro stanca routine. La soluzione sarà un gesto folle. Ma d’altronde l’amore, come dice il regista, è uno stato di piacevole follia.