Festival di Setubal 2009 - Pagina 5

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Festival di Setubal 2009
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Conclusioni e premi
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Matrimonio in una notte bianca
Matrimonio in una notte bianca
Brúóguminn (Matrimonio in una notte bianca) dell’islandese Baltasar Kormákur è una piacevole commedia con un retrogusto amaro. Jon, un professore di mezz’età, sta per sposare, in seconde nozze, una sua allieva che ha la metà dei suoi anni. La madre della futura sposa è molto avversa al matrimonio e pretende che il docente restituisca, prima della cerimonia, l’ingente prestito gli ha fatto. Inoltre pesa su tutti il ricordo della precedente moglie del futuro sposo, che si è uccisa proprio il giorno delle nozze. Altri problemi arrivano dal progetto di costruire un campo da golf sull’isola in cui la storia è ambientata. Speculazione in cui il docente è coinvolto in qualche modo. A complicare ancor più le cose arriva, col ruolo di testimone, un amico dello sposo amante più della bottiglia che di ogni altra cosa. Fra equivoci, litigate, pasticci vari la commedia approda a un lieto fine non privo di amarezza e malinconia. E’ un bel film, a tratti molto divertente, interpretato da un manipolo di attori che sfiorano la perfezione e orchestrato su un ritmo che non lascia tregua. Quest’opera è stata candidata al Premio Oscar nella sezione film in lingua non inglese e ha ottenuto un grande successo sia in patria sia nei paesi in cui è stata distribuita. Risultati meritati e su cui non c’è nulla da eccepire.
Bathory
Bathory
Le sezioni collaterali hanno presentato molti titoli, alcuni dei quali dotati di un certo interesse. Citiamone uno per tutti: Bathory, ultima fatica dello slovacco Juraj Jakubisko. E’ la storia, letta con molta libertà e originalità, della famosa contessa Erzsébet Báthory (1560 – 1614) resa mitica dalla leggenda secondo cui avrebbe fatto uccidere decine di vergini per bagnarsi nel loro sangue, sicura che, in questo modo, avrebbe mantenuto un’eterna giovinezza. Il regista legge, invece, questo personaggio come una sorta di figura rinascimentale, immersa nella violenza dell’epoca, ma anche aperta alle arti e all’influenza della cultura italiana. Un personaggio quasi positivo, i cui crimini, storicamente accertati, non sono maggiori di quelli commessi da chi le sta attorno o la fronteggia. Lo stile è quello consueto di quest’autore e mescola elegante trovarobato a invenzioni surreali (ottima quella del monaco inventore che scopre il paracadute, i pattini a molla e un’infinità di altre diavolerie), il tutto servito da una fotografia raffinata e da una costruzione drammatica che alterna momenti grandguignoleschi a spazi di quieto sentimento. Non un film originale, ma la conferma della genialità di questo autore.