06 Settembre 2009
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Festival di Setubal 2009 |
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Conclusioni e premi |
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Brúóguminn (Matrimonio in una notte bianca) dellislandese Baltasar Kormákur è una piacevole commedia con un retrogusto amaro. Jon, un professore di mezzetà, sta per sposare, in seconde nozze, una sua allieva che ha la metà dei suoi anni. La madre della futura sposa è molto avversa al matrimonio e pretende che il docente restituisca, prima della cerimonia, lingente prestito gli ha fatto. Inoltre pesa su tutti il ricordo della precedente moglie del futuro sposo, che si è uccisa proprio il giorno delle nozze. Altri problemi arrivano dal progetto di costruire un campo da golf sullisola in cui la storia è ambientata. Speculazione in cui il docente è coinvolto in qualche modo. A complicare ancor più le cose arriva, col ruolo di testimone, un amico dello sposo amante più della bottiglia che di ogni altra cosa. Fra equivoci, litigate, pasticci vari la commedia approda a un lieto fine non privo di amarezza e malinconia. E un bel film, a tratti molto divertente, interpretato da un manipolo di attori che sfiorano la perfezione e orchestrato su un ritmo che non lascia tregua. Questopera è stata candidata al Premio Oscar nella sezione film in lingua non inglese e ha ottenuto un grande successo sia in patria sia nei paesi in cui è stata distribuita. Risultati meritati e su cui non cè nulla da eccepire.
Le sezioni collaterali hanno presentato molti titoli, alcuni dei quali dotati di un certo interesse. Citiamone uno per tutti: Bathory, ultima fatica dello slovacco Juraj Jakubisko. E la storia, letta con molta libertà e originalità, della famosa contessa Erzsébet Báthory (1560 1614) resa mitica dalla leggenda secondo cui avrebbe fatto uccidere decine di vergini per bagnarsi nel loro sangue, sicura che, in questo modo, avrebbe mantenuto uneterna giovinezza. Il regista legge, invece, questo personaggio come una sorta di figura rinascimentale, immersa nella violenza dellepoca, ma anche aperta alle arti e allinfluenza della cultura italiana. Un personaggio quasi positivo, i cui crimini, storicamente accertati, non sono maggiori di quelli commessi da chi le sta attorno o la fronteggia. Lo stile è quello consueto di questautore e mescola elegante trovarobato a invenzioni surreali (ottima quella del monaco inventore che scopre il paracadute, i pattini a molla e uninfinità di altre diavolerie), il tutto servito da una fotografia raffinata e da una costruzione drammatica che alterna momenti grandguignoleschi a spazi di quieto sentimento. Non un film originale, ma la conferma della genialità di questo autore.