39° Settimana del Cinema Magiaro 2008 - Pagina 2

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39° Settimana del Cinema Magiaro 2008
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Delta
In questo clima, in cui inquietudine e tensione erano palpabili, si è svolta la 39 edizione della Settimana del Cinema Magiaro, una rassegna dell’intera produzione dell’anno che ha testimoniato, ancora una volta, quanto vitale sappia essere questa cinematografia, almeno sino a che non dipenderà interamente dal fabbricante di Rambo e Terminator.
Il cartellone conteneva l’intera produzione magiara dell’anno. Vediamo qualche titolo fra i film narrativi. Iniziamo da quelli che si sono aggiudicati i premi più importanti.
Tre premi (La Bobina d’Oro, quello per la migliore musica e il riconoscimento assegnato dai critici stranieri) sono andati a Delta di Kornél Mundruczó. Tutto ruota attorno ad un caso d’incesto che riecheggia, vagamente, temi da tragedia greca. Un giovane ritorna nel villaggio nativo, sul delta del Danubio, e va a vivere con la sorella, concupita dal patrigno, in una casa su palafitte che costruisce con le sue mani. La cosa suscita le invidie e le ire dei locali che approfittano della festa per l’inaugurazione della casa per violentare la ragazza, uccidere il fratello e incendiare la casa. Il film è stato apprezzato e ha ricevuto due fra i maggiori premi messi in palio dalla rassegna (Bobina d’Oro, Premio della critica straniera, anche se non ha convinto tutti. A noi è parso eccessivamente melodrammatico, compiaciuto nello stile, squilibrato nel rapporto fra la scabrosità del tema e il taglio, quasi cartolinesco, delle immagini del paesaggio.
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Senza pietà (In memoria di PD)
I riconoscimenti per la miglior regia e quello, ex-aequo, alla migliore produzione sono andati Nincs kegyelem / PD emlékére (Senza pietà / In memoria di PD) di Elemér Ragályi un film sostanzialmente televisivo, tratto da un fatto di cronaca. L’assassinio di un povero contadino e il conseguente processo consentono al regista di disegnare un quadro da cui emergono i pregiudizi razziali che segnano l’opinione pubblica magiara nei confronti degli zingari e, in generale, degli emarginati. Un giovane rom è accusato, ingiustamente, di avere ammazzato un anziano contadino per il quale ha lavorato e che si era rifiutato di pagarlo. Solo la confessione del vero colpevole lo farà uscire di galera, ma rimarrà sempre, agli occhi dei vicini, un assassino che è riuscito a farla franca. Poco importa che abbia dovuto subire grandi sofferenze, fra cui la morte della madre, spirata mentre lui era in prigione e al cui funerale non gli è stato concesso partecipare. Tutti questi dolori lo spingono alla disperazione e al suicidio. Il film è costruito come un classico testo giudiziario basato su una struttura rigidamente naturalista, quasi documenta, anche se non mancano incursioni nel fantastico, del tutto immotivate, come il sogno di una relazione con la donna giudice che presiede il tribunale. In definitiva un testo professionalmente maturo, ma con ben pochi elementi stilisticamente rilevanti.
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L'investigatore
Ben quattro riconoscimenti (miglior film di genere, miglior sceneggiatura, miglior montaggio e migliore interpretazione maschile a Zsolt Anger) sono andati a A nyomozó (L’investigatore), opera prima di Attila Gigor. Il film affronta il tema dell’uomo solo ed emarginato che, di colpo, ritrova un punto di riferimento, in questo caso attraverso un omicidio. Tibor Malkáv ha 37 anni, lavora come anatomopatologo, ha un buon stipendio e una madre ricoverata in ospedale che sta morendo di cancro e la cui vita potrebbe essere allungata con un’operazione che è fatta solo in Svezia. E’ un solitario senza amici e con seri problemi di comunicazione. Un giorno incontra uno strano personaggio che gli offre una consistente somma di denaro se ucciderà una persona che lui non conosce. Accetta e ammazza la vittima designata, salvo scoprire, due giorni dopo, che era suo fratello di cui ignorava l’esistenza. Profondamente turbato, inizia una personale indagine per scoprire che cosa c'è dietro l’omicidio che ha commesso. La forza del film è nel ritratto di un uomo banale che cova una ricchezza di voglie e sentimenti pronti ad esplodere alla prima occasione. Un film molto bello, curatissimo nelle immagini, articolato su una storia non facile e non sempre chiarissima, in cui ciò che conta è la descrizione dei personaggi, qui sorretti da un cast di altissimo valore.