Transilvania International Film Festival - Pagina 6

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Transilvania International Film Festival
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afichetantaguaTIFF si conferma come un festival in crescendo che sta presentando opere sempre interessanti, pure coi limiti che spesso sono presenti nelle opere prime di autori a cui manca la completa capacità di trasfondere in immagini le proprie idee. Tanta agua (Molta acqua, 2012) ne è un chiaro esempio. Diretto da due giovani autrici uruguayane, Ana Guevara Pose e Leticia Jorge Romero, ha grande delicatezza nel trattare il tema dell’adolescenza ma, nello stesso tempo, varie volte dimostra una certa insicurezza nella costruzione drammaturgica. Lucia è una quattordicenne particolarmente dispiaciuta di dovere trascorrere una settimana di vacanza con il padre divorziato ed il fratellino. Non le piace il suo tono sempre inquisitorio e, a peggiorare le cose, continua a piovere costringendo alla chiusura per motivi di sicurezza la piscina, praticamente l’unica attrazione della zona. Mentre il fratello passa il tempo con il padre, lei cerca disperatamente esperienze più eccitanti. Dopo poco incontra un ragazzo più grande di lei che le propone un giro col ciclomotore e poi la coinvolge in una festicciola fuori del paese. Timori e speranze della ragazzina vengono raffreddati dalla triste realtà. Gradevolissimi i giovani protagonisti, migliorabile la sceneggiatura.
i-catch-a-terrible-cat-film-posterUna bellissima sorpresa è giunta da un film giapponese, I Caugt a Terrible Cat (Ho preso un gatto terribile, 2013), gradevolissima commedia con un humor che non conoscevamo agli abitanti del paese del sol levante. Diretto con bravura e grande lievità da Rikiya Imaizumi, che ne è anche lo sceneggiatore, questo dramma misto a commedia convince per un intreccio alla Georges Feydeau (1862 – 1921) che funziona in maniera perfetta. Norifumi Takada è un autore che ha pubblicato una serie di romanzi di successo, ma non ha più scritto da quando sua moglie è morta. Si avvicina il suo sessantesimo compleanno e per un insieme di coincidenze, si trova ad essere ospitato in casa di una bella barista che le offre il suo amore ma che poi vede in lui un padre. La ragazza ha un boy friend che in realtà è sposato con la figlia dello scrittore. Intanto, un giovane autore che considera l’uomo suo maestro, vuole sposare una ragazza che non ama ma che crede di avere messo incinta. Lui, però, è amico ed innamorato della cameriera. Detto questo, si può immaginare quante cose possano accadere in 130 minuti. Si sorride, si prova pena per l’anziano, si ha l’impressione di scoprire come sia sviluppata la società nipponica.
ya-tozhe-hochu-me-too-russian-alexeia-Ya tozhe khochu (Anche io, 2012) è un film russo sulla fine del mondo con uno sviluppo non sempre convenzionale e personaggi capaci di creare forti emozioni. Presentato nella sezione competitiva That is the End, ha ottenuto grosso riscontro da parte del pubblico. Un violento tenente della Polizia, un prete anticonformista ed un gruppo di amici partono per raggiungere una lontanissima località per incontrarsi con la morte o, forse, con la vita.
Danno un passaggio ad una prostituta che poi, per potere avere il diritto di stare con loro, attraversa nuda campi innevati. Per strada incontrano molti morti ed a questi si aggiungono alcuni di loro. Giunti nel luogo, una torre con una luce dice a loro mille cose o, forse, nulla. Diretto con grande bravura da Alexei Balabanov, lo stesso che nel 1997 aveva firmato Brother, è opera che non lascia indifferenti. Ottimi gli interpreti, bellissime le immagini. Dopo questo film, il regista è immaturamente mancato