54ma Semana Internacional de Cine de Valladolid - Pagina 2

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54ma Semana Internacional de Cine de Valladolid
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La polvere del tempo
La polvere del tempo

Tappeti rossi in tutte le strade del centro per celebrare la 54° Semana Internacional de Cine che è stata inaugurata dal film fuori concorso di Ken Loach Il mio amico Eric (Looking for Eric). E l’estro del regista inglese ha trasfomato la conferenza stampa in un elogio della nobile arte del calcio. E subito tre dei venti film in concorso. Theo Angelopoulos che aveva presentato fuori concorso a Berlino il secondo film della trilogia, La polvere del tempo (I skoni tou chronou), ha aperto il concorso. Interpretato da attori famosi, e basta citarne quattro: Irène Jacob, Michel Piccoli, Willem Dafoe, Bruno Ganz, il racconto visionario si snoda dal 1943 alla caduta del Muro di Berlino narrando una storia d’amore tra due uomini e una donna vittime di eventi storici. Greci, Eleni e Spiros, approderranno: lui negli Usa durante la seconda guerra mondiale, lei in Urss all’inizio della guerra civile greca. In esilio lei conoscerá un altro uomo. Si ritroveranno dopo la caduta del Muro, e ritroveranno anche il figlio, nato negli Usa ed emigrato in Canada per non andare soldato in Vietnam. Regista, che ha problemi con la moglie e con la figlia, sta girando un film sui genitori. Si chiama A e tra mille interruzioni sta tentando di mettere a fuoco il travolgente destino dei suoi attraverso 50 anni di storia. In un continuo andirivieni temporale e con frequenti scene di pianto e di disperazione, Angelopoulos mette a fuoco il dolore per un destino determinato da altri, la disperazione degli esuli e lo sconforto della nostalgia del non vissuto. Al di là del valore delle immagini evocatrici e delle interpretazioni, e al di là del progetto, va detto che il racconto risulta a volte confuso, altre ripetitivo.

Il piccolo Indi
Il piccolo Indi

Totalmente diverso il film del catalano Marc Recha, Petit Indi (Il piccolo Indi), presentato a Locarno. Autore di sette film alla vigilia dei quarant’anni, regista singolare e stimato, Marc Recha descrive la vita grama di un adolescente nella periferia di una cittá catalana. Il padre in carcere in attesa di giudizio, Arnau vive con la sorella maggiore. Fragile e introverso, alleva in gabbia uccelli canterini. Uno ha vinto un concorso. Un giorno raccoglie una piccola volpe in fin di vita e le prepara un giaciglio. Quando la sorella, che ha problemi economici, gli da i soldi per pagare l’affitto arretrato, lui li perde. Per riparare decide di vendere i volatili, ma lo attende un’amara sorpresa. Movimenti di nubi, cambi d’orizzonte e il lento incedere del tempo sembrano riflettere il temperanto del ragazzo in una storia semplice il cui limite è la prevedibilitá. Gli attori: Marc Soto, Eulalia Ramón, Sergi López, Eduardo Noriega.

Il riccio
Il riccio

Di differente impianto Le Hérisson (Il riccio), curioso film di un’esordiente francese, Mona Achache, 28 anni. Tratto dal romanzo L’eleganza del riccio di Muriel Barbery narra di una bambina di 11 anni, (Garance Le Guillermic), introversa, intelligente e colta, completamente isolata in una famiglia ricca e frastornata. Il padre manager, la madre in analisi da dieci anni, la sorella studiosa del Medioevo. La sua compagna del cuore è una vecchia telecamera del padre con la quale riprende la vita di famiglia. Nel ricco condominio parigino abitato da anziani e da snob va a vivere un signore di mezz’etá, (Togo Igawa). Vedovo giapponese, ha trasformato l’appartamento in un moderno interno orientale. Colto e sensibile, scopre la solitudine della bambina e la sensibilitá della portiera (Josiane Balasko), che dietro una maschera dura e indifferente, coltiva buone letture. I tre riscoprono il piacere dell’amicizia e dei sentimenti in un microcosmo retto da nevrosi e isterismo. Un incidente metterá fine al sodalizio. Girato in maniera brillante, con dialoghi ficcanti e interpretazioni incisive, è stato accolto da un lunghissimo applauso.