07 Marzo 2019
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39° FANTASPORTO |
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Dura soltanto 85 minuti Nancy dell'americana Christina Choe, uno degli ultimi film in concorso nella sezione Semana dos Realizadores del 39° Fantasporto, minuti intensi tuttavia imperniati sul comportamento di una trentacinquenne che reagisce a modo suo a una società nella quale non si sente integrata. Interpretata dall'inglese Andrea Riseborough, la protagonista vive in provincia con la madre affetta da Parkinson. Le piace scrivere e comportarsi in maniera anticonformista. È stata anche nella Corea del Nord, ma deve risolvere problemi quotidiani, complicati dal suo carattere riottoso e indipendente. L'inattesa morte della madre, e un programma televisivo nel quale due genitori parlano della trentennale scomparsa della figlia che aveva cinque anni le fanno balenare un'idea: presentarsi alla coppia, dichiarare di essere stata rapita da piccola e che molto probabilmente è lei la figlia scomparsa. Bisognosi d'affetto, i genitori l'accolgono a braccia aperte. Nondimeno chiamano un amico detective per una piccola indagine e per un esame del DNA. Il film descrive l'assuefarsi della coppia alla compagnia di Nancy, e le tergiversazioni della ragazza in attesa del risultato delle analisi. E si trova a origliare dietro alla porta quando il detective telefona alla padrona di casa. Capisce di essere stata smascherata, ma intuisce anche che la donna preferisce tenere per sé la cattiva notizia pur di aver ritrovato una persona capace di riempire un vuoto affettivo. Che fare? Film teso, che trae suspense da accadimenti quotidiani, si avvale dell'originale interpretazione di Andrea Riseborough e di Steve Buscemi e Ann Dowd nei panni dei genitori.
Preferisce la lentezza, invece, il celebrato regista e scrittore indiano Bijukumar Damodaran col suo Painting Life di 140 minuti. Sorta di elegia della vita tranquilla dei campi contro lo stress e lo smog delle città, e omaggio alla natura, il film si apre con una piccola troupe cinematografica in viaggio tra le montagne dell'Himalaya per girare un video musicale. Primi ad arrivare, il regista, l'attrice e tre tecnici. La troupe segue, ma improvvise piogge torrenziali, slittamento di terre e crollo di ponti isolano i cinque in una zona dove i telefonini non hanno campo. Il regista, che partendo da Bollywood aveva chiuso con la moglie incinta, incontra una signora, in vacanza col marito. Lui è un industriale lieto di offrire da bere e di brindare con i nuovi arrivati; lei, una donna giovane e colta, che conosce bene il luogo e le lotte degli attivisti locali contro la costruzione di dighe che hanno sconvolto il paesaggio. Il ritardo nella ricomposizione della troupe offre al regista il tempo di apprezzare la natura e di partecipare a un'escursione con un cacciatore e guida locale che gli permette di riscoprire un mondo dimenticato. Saranno tuttavia i dialoghi con la signora in vacanza a fargli capire che è lui la causa della separazione dalla moglie e che non ha senso aver affrontato un difficile viaggio per girare soltanto un video musicale. Del film si potrebbe scrivere: importante il messaggio, di routine la realizzazione, perché i paesaggi sono più decantati che visti, e la fotografia non è la cosa migliore. A voler essere cattivi si potrebbe parlare di resoconti turistici, ma restando con i piedi per terra non si può non notare lo spazio didascalico a scapito della messinscena.
Domani i premi che dovranno essere suddivisi su quattro sezioni: Jury of the Official Competition for Fantasy Films; Jury of the Official Competition Directors Week; Jury of the Official Competition Orient Express; Jury of the Portuguese Cinema.
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