39° FANTASPORTO

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fantas2019Sito del festival: http://www.fantasporto.com/

Il più longevo dei Festival portoghesi, il Fantasporto, Festival Internacional de Cinema do Porto, è giunto alla sua 39° edizione ed è stato inaugurato sabato notte al Teatro Rivoli col film indipendente statunitense Prospect di Zeek Earl e Chris Caldwell. Sbarcato in Europa dopo i passaggi ai Festival di Seattle e di Denver, il film è un'incursione a basso costo nel mondo della fantascienza. In un futuro prossimo, padre e figlia sbarcano su una luna tossica alla ricerca di diamanti. Allunati con una navetta ai margini di una foresta trovano alcune pietre, ma si scontrano con un fuorilegge. Il padre muore. La ragazza tiene sotto tiro il bandito col quale dovrà allearsi quando verranno aggrediti da cercatori armati. Interpretato da Sophie Thatcher e Pedro Pascal, il film si apre a bordo di una navicella spaziale per poi trasformarsi, tra la vegetazione della foresta tossica, in incontri e scontri che adombrano quelli del Far West. Prodotto da Canada e Usa, dura cento minuti.

thewitchDi grande impatto il primo film della sezione Orient Express, The Witch: Part 1 – The Subversion, del sudcoreano Hoon-Jung Park. Film di maggior incasso del 2018 in Corea, dura 125 minuti, e non ci si annoia mai. Narra di esperimenti sui bambini per potenziarne le capacità e della fuga di una bambina che, stremata, sviene in un bosco. Rinvenuta da una coppia di mezz'età e portata in ospedale, è da loro adottata. La bambina soffre di amnesia, e cresce col nome che le hanno dato i nuovi genitori. La ritroviamo dieci anni dopo, studentessa di liceo e con un'amichetta del cuore, figlia di un agente di polizia. Il film si sviluppa con spunti da commedia, velati dal mistero che avvolge la protagonista e, in parallelo, con immagini degli scienziati criminali sempre alla ricerca dell'ex bambina. Quando l'amica la convince a presentarsi in Tivù per un concorso di cantanti che offre un premio che potrebbe permettere alla madre adottiva di curarsi, la studentessa viene rintracciata dai criminali e il film abbandona i toni della commedia per descrivere la lotta tra il bene e il male con protagonisti dai poteri eccezionali. Interpretato da Da-mi Kim, il film rimane in bilico tra due ipotesi, quella dell'amnesia di una ragazza semplice e affettuosa e quella di una mente diabolica che si comporta da ragazza di famiglia per meglio stanare i suoi aguzzini ed elaborare una micidiale vendetta. In tutti i casi, il film è di puro godimento!
human-space-time-and-human-2018-kim-ki-duk-cov932-932x460Coreano, e di autore internazionale, anche il secondo film in concorso, Human, Space, Time and Human di Kim Ki-Duk, già presentato alla Berlinale. Se l'autore voleva rappresentare l'arroganza e il comportamento criminale del potere c'è riuscito in pieno. E con qualche scena scioccante. Fabula nera di 121 minuti, narra una crociera su una vecchia nave dove un gruppetto di gangster si mette al servizio di un politico corrotto. Ne fanno le spese un paio di coppie in viaggio di nozze, e poi, a poco a poco, quasi tutti. Il politico, spalleggiato dai criminali, decide di ridurre le razioni di cibo dei partecipanti mentre lui si serve caviale e champagne. La situazione degenera quando ci si accorge che la nave non solca più l'oceano. È sospesa nel cielo. Nessuno prevede una soluzione, ma c'è cibo per una settimana, e se ne appropriano il senatore e i fuorilegge. Divampa una lotta che porta allo sterminio di quasi tutti i passeggeri. Si salvano una donna e un giovane che possono sopravvivere nella nave perché un anziano aveva coltivato piante nella stiva e allevato galline trasformando nel tempo il battello in un bosco volante. Ma non basta sopravvivere: l'uomo è di nuovo predatore. Amara parabola dai toni eccessivi, firmata da un autore di livello, che però aveva girato film più equilibrati.


THE-PANAMA-PAPERS-BIGGEST-DATA-LEAK-IN-HISTORYIn concorso al 39° Fantasporto l'atteso documentario di Alex Winter The Panama Papers. Passato l'ottobre scorso allo Hamptons International Film Festival e successivamente alla Tivù americana, sbarca in Europa per illustrare la più grande truffa finanziaria globale che ha coinvolto politici e personaggi famosi. Con la voce narrante di Elijah Wood, il film intervista i principali giornalisti che hanno rischiato la vita per svelare i movimenti di denaro che veniva riciclato a Panama, e non solo. Lo scandalo, che include anche governanti del calibro di Donald Trump e Vladimir Putin, è lo specchio delle manovre di coloro che posseggono e che si sottraggono al pagamento delle tasse a scapito di milioni di poveri. Si apre con l'intervista al giornalista tedesco Bastian Obermayer che divulga informazioni di una fonte anonima, il fantomatico John Doe, che denuncia la sperimentata corruzione nel sistema globale delle finanze. Sono intervistati anche Luke Harding, Frederik Obermayer e molti altri dalle cui dichiarazioni si evince che per il riciclaggio del denaro sporco funzionava anche Londra e, cosa più drammatica, la morte di molti giornalisti coinvolti fino all'attentato del 16 ottobre 2017 nel quale perse la vita la reporter maltese anticorruzione Daphne Caruana Galizia. Il film dura 96 minuti e ha il merito di richiamare l'attenzione su uno scandalo mondiale, ma tante sono le domande rimaste senza risposta in un impianto narrativo basato su un accumulo di interviste, lontano da un'idea di regia.
In concorso anche il secondo film dell'ungherese Kàrol Mészàros, The Exploited– 85-og che indaga sulla corruzione nel mondo della polizia di Budapest. Film di finzione imperniato su un agente, una signora che soffre di panico che preferisce indagare sulle scene del crimine attraverso le fotografie e che ha una figlia adolescente ribelle che vorrebbe conoscere l'identità di suo padre. Sulla sua casa grava un'ipoteca a tre mesi e il capo della polizia le sta addosso a causa dei molti delitti insoluti, ma lei ha la fiducia di un collega che apprezza i suoi metodi e il suo intuito. Thriller di 111 minuti che mette a fuoco l'incapacità di difendersi di una donna poliziotto mettendo a rischio anche la vita dei colleghi, ma che ne sottolinea la lealtà, la dedizione e l'intuito che la guideranno nella soluzione di molti casi. Interpretata da Monika Balsaj, questa detective story che sconfina nel thriller, si lascia apprezzare per l'originalità di un personaggio mansueto sbalestrato in un film d'azione.
AlbatrossPiù contorto il film brasiliano nuovo di zecca, Albatroz diretto da Daniel Augusto e scritto da Braulio Mantovani lo sceneggiatore di Cidade de Deus. Il tema è quello del tradimento interpretato da un reporter fotografo, Simão, sposato e con due amanti. La relazione più recente è quella con Renée, una collega, durante un viaggio di lavoro a Gerusalemme. L'altra, il ritrovato amore di gioventù con Alicia, donna dispettosa che medita vendetta senza rendersi conto che il suo operare può sconfinare nella tragedia. Questo, riassumendo una vicenda assolutamente non lineare, imbastita di ripetizioni e di intermittenze, che si protrae come un puzzle durante novantasette minuti. Interpretato da Alexandre Nero, Andrea Beltrão, Mari Flor e Camila Morgado, il film si segue a fatica nei suoi lampeggiamenti pseudo sperimentali, nel suo ripetersi in interni e nell'inserzione di fotogrammi che dovrebbero aggiungere senso a una vicenda che una volta impostata la situazione sembra arenarsi. Il titolo del film è un nome di città, vera o immaginaria in un film in bilico tra sogno e realtà.


lastsunriseLast Sunrise, opera prima del cinese Wen Ren, ha avuto il suo battesimo mondiale al 39° Fantasporto. L'entusiasmo del giovane regista pervade il racconto di 104 minuti, che tuttavia utilizza spesso vecchi stilemi. L'ultima alba è quella vissuta dal giovane astronomo dilettante Sun Yang. Captando informazioni su quello che potrebbe essere l'ultimo tramonto, con la perdita del sole e il pianeta coperto di ghiaccio, il giovane decide di raggiungere l'unico distretto collegato a una zona assolata. Per riuscirci deve accettare la compagnia di Chen Mun, ragazza stravagante che possiede un'automobile. In un mondo impazzito e senza luce, la strana coppia dovrà affrontare continui pericoli su strade controllate ormai da fuorilegge e dove benzina ed elettricità diventano sempre più rare. Sulla strada, il regista mette a fuoco il comportamento antitetico della strana coppia, dall'agire razionale e prevedibile di Sun Yang alle sorprese dell'istintiva e imprevedibile Chen Mun. Saranno beffati da una coppia di anziani e rischieranno di essere schiavizzati da una banda di criminali, ma alla fine arriveranno a piedi alla meta. Film d'azione, ma anche parlato, quasi didascalico, con riflessioni su un mondo che rotola verso la catastrofe e sulla sua salvezza.
Esordio europeo per il film statunitense Doe, opera prima di Justin Foia, visto l'autunno scorso nei due Festival americani di Niagara Falls e Austin. Thriller di 98 minuti su un uomo che si risveglia sulla panchina di un parco e non sa chi è, né dove si trova. Aiutato da un detective scoprirà di parlare 36 lingue senza averle mai studiate. Avrà un incarico all'università, si chiamerà John Doe e sposerà la sorella del detective. Otto anni dopo incontra un superdotato in calcoli matematici che gli dice di essere come lui e che sono entrambi condannati. Quando l'altro si suicida e i suoi incubi notturni si fanno più frequenti, John decide di indagare sul suo passato. Dopo una serie di incontri e di scontri rocamboleschi, scopre di essere stato un assassino condannato a morte, rigenerato da un esperimento scientifico e casualmente fuggito dal laboratorio. Che fare, avendo una moglie e una figlia, e scoprendo di aver assassinato un'intera famiglia? Interpretato da Timothy Davis, Mathew St. Patrick, Mira Sorvino, il racconto è curioso e desta interesse malgrado una velatura da film di serie B.
rebornMeno originale l'altro film americano in concorso, Reborn, film di terrore diretto da Julian Richards. Si apre in un obitorio dove le scintille di un corto circuito raggiungono la salma di una neonata riportandola in vita. Unico testimone un fotografo che decide di portarsi via la bambina e di allevarla. Cresce in uno stato di semilibertà fino a sedici anni quando durante una discussione, imperniata sulla ricerca della madre, il fotografo ci lascia la pelle e lei, Tess, s'impossessa di documenti che la conducono alla clinica dove è nata. Incrocia la madre, un'attrice famosa che tiene corsi di recitazione, recatasi in clinica per sapere dove è ubicata la tomba della sua bambina, trascurata durante tanti anni. I medici temporeggiano. Avrà più fortuna Tess, che scopre di avere poteri sovrannaturali e che s'impossessa di documenti che la portano alla scuola di recitazione. Si fingerà allieva, senza identificarsi, provando insieme alla madre e destando invidie e gelosie negli altri teatranti. E commetterà qualche delitto nel delirio di avere la madre soltanto per sé, ma diventerà vittima, sarà sepolta e la madre avrà una tomba dove portare i fiori. Presentato a novembre al London FrighFest Film Festival, il film dura 78 minuti ed è interpretato da Kayleigh Gilbert (Tess), Barbara Crampton (la madre) e Michael Paré, il detective che indaga sulla morte del fotografo.


waiting for sunsetIl 39° Fantasporto ha organizzato una vetrina del cinema filippino con due film che illustrano due estremi della vita: i malanni degli anziani, e i pericoli per gli adolescenti. Kung paano hinihintay ang daphithapon, più facile da capire nel suo titolo inglese Waiting for Sunset (In attesa del crepuscolo), diretto da Carlo Catu, narra in parallelo l'ultima stagione della vita di una coppia e quella di un singolo. Teresa convive da anni con Celso, un pediatra, ma non sono sposati perché l'ex marito di lei, Bene, è ancora vivo. I due vivono una tranquilla vita da pensionati, allietata spesso dalla visita di una nipotina. Bene, invece, perde soldi puntando sulle lotte dei galli. È costretto a vendere la mobilia, e la sua salute non è delle migliori. Il film si apre in chiave di commedia mettendo a fuoco le piccole schermaglie quotidiane della coppia pur sottolineando l'affetto e la complicità che permette loro di affrontare la vecchiaia con serenità. Sarà la malattia di Bene a riavvicinarlo a Teresa e a Celso. Sebbene introverso e riottoso, avrà le cure dei due e parteciperà a un surreale tramonto in riva all'oceano. Anteprima internazionale di novanta minuti, il film affronta con delicatezza la stagione degli addii contrapponendo la vita pacata della coppia alla desolazione di un uomo solo, chiuso, e forse in cerca di perdono e di riconciliazione. Incisivi gli attori: Perla Bautista, Dante Rivero, Menggie Cobarrubias.
school-service-philippine-movie-posterDiversa l'atmosfera che si respira in School Service di Louis Lagdameo Ignacio. Film dai colori volutamente sbiaditi e freddi, in una finzione narrata spesso in tempi reali, racconta di una bambina, Maya, che tornando a piedi da scuola è invitata a salire su uno School Bus. Credeva di tornare a casa prima, ma si rende conto di essere stata sequestrata da gente senza scrupoli che la porta a Manila per mendicare insieme con altri bambini. Dopo un paio di tentativi di fuga brutalmente repressi, e totalmente disorientata nella grande città, Maya si adatta alla compagnia dei coetanei e comincia a chiedere l'elemosina ai passanti. Per arrotondare la questua, un'adolescente del gruppo si prostituisce, ma viene redarguita dalla donna che li sfrutta. Preoccupata dal fatto che il fratello non risponde al telefono e che non ha notizie del padre sofferente, la donna comincia a perdere il controllo del gruppo. Poi, frastornata dalla notizia che il padre è stato bastonato e che il fratello ha commesso un omicidio, si accorge in ritardo della nuova fuga di Maya. Presentato l'autunno scorso al Festival di Varsavia, il film dura 95 minuti e affronta un problema molto diffuso nella metropoli filippina, ma si limita a mettere a fuoco la convivenza tra bambini costretti all'accattonaggio, tra figli di nessuno che lo fanno quasi da protagonisti spavaldi e quelli sequestrati che rischiano di adattarsi alla situazione.
Ha vinto il Premio del pubblico al Fesival di Sitges il film coreano Monstrum (Mulgoe) diretto da Jong-Ho Huh, e lo vale per tutti i suoi 105 minuti di azione e di avventure mirabolanti. Niente di nuovo per la critica, ma accattivante nelle scene di lotta e nei rilievi psicologici dei protagonisti che adombrano la commedia dentro una vicenda situata nel XVI secolo. Parla di cospirazioni di palazzo che denunciando stragi commesse da un mostro che nessuno ha visto tendendo a detronizzare il re. Richiamando un valoroso e leale generale ritiratosi a vita privata, il monarca, che vive nel palazzo lontano dal popolo, decide di trovare e di battere il mostro per riacquistare la fiducia dei suoi sudditi. L'ufficiale, coadiuvato dal fratello guerriero e dalla figlia arciere, dovrà prima sgominare i traditori di palazzo e poi il mostro che risulterà essere il risultato di un esperimento condotto nei sotterranei della regia, fuggito e cresciuto nella foresta. Brillante il protagonista, Myung-Min Kim, in una sorta di film in bilico tra Fantasy, Horror e azione.


kuya-wes-updatedTerzo film filippino in concorso al Festival, Kuya Wes, è una commedia sentimentale di 90 minuti diretta da James Robin Mayo al suo secondo film dopo il premiato The Chanters del 2015. Protagonista Kuya Wes, giovane onesto e garbato che lavora in un'agenzia dove si occupa di trasferimenti di denaro. Ospite a casa del fratello, sposato con due figlie, contribuisce alle spese condominiali ma resta ai margini della vita familiare. Fino a quando s'innamora di una cliente, Erika, madre di due bambine, che si affaccia allo sportello tutti i mesi, allo stesso giorno e alla stessa ora. Sfortunatamente il giovane è timido e ingenuo: non prende iniziative e sembra cuocere a fuoco lento. Poi il conto della cliente si svuota. Lui l'aiuta col proprio denaro e lei comincia a rendersi conto dell'attenzione di Kuya Wes, che si fa coraggio e decide di informarsi. Erika ha un piccolo chiosco dove vende petti di pollo e nessuno ha mai visto il marito. Tanto basta a infondere nuovo coraggio al giovane e a invitarla a cena. Dopo qualche malinteso, la donna accetta, ma non andrà all'appuntamento. Disorientato, e credendosi beffato, il giovane si avvicina al chiosco di Erika e la vede scambiarsi un abbraccio con un uomo che le sta portando delle provviste. S'incontrano in banca il giorno dopo. Kuya Wes è in attesa di un chiarimento, ma dall'atteggiamento di Erika si rende conto di non aver mai esternato il proprio sentimento. Interpretato da Ogie Alcasid e da Ina Raymundo nei ruoli principali e da Moi Marcampo in quello di una simpatica collega d'ufficio, il film mette in rilievo il candore e la bontà di Kuya Wes, quasi un bambino nel mondo degli adulti, e alcuni momenti di commedia che mitigano i turbamenti dell'innamorato.
il lupo mannaroTutt'altra atmosfera si respira nel dramma polacco Wilkolak (Lupo mannaro) di Adrian Panek, presentato lo scorso settembre all'USA Fantastic Festival. Si apre nel febbraio del 1945, in un campo di sterminio polacco dove i nazisti stanno eliminando gli ultimi reclusi prima di ritirarsi davanti all'avanzata sovietica. Riesce a salvarsi un gruppo di adolescenti che viene lasciato dai soldati russi in una villa abbandonata. Li hanno seguiti alcuni cani lupo che gli aguzzini nazisti impiegavano per la repressione dei fuggitivi, cani famelici che assediano la villa in cerca di cibo. E di cibo non ce n'è neanche dentro dove gli scampati al massacro si contendono le ultime lattine abbandonate dai militari in fuga. Tra gli adolescenti, un battitore libero, contorto e introverso, che imitando alla finestra gesti e voci delle guardie naziste, riesce ad addomesticare un cane e ne approfitta per andare nel bosco in cerca di cibo. Scova un bunker dove si è nascosto un soldato tedesco e riesce a impossessarsi di una grande lattina che porta alla villa dove scopre non trattarsi di cibo ma di grasso per le macchine. Tuttavia, il suo gesto spinge gli altri a imitarlo, addomesticando i cani e portandosi all'esterno in cerca di acqua e di cibo. Film dai colori freddi, girato in larga parte in un interno, Wilkolak dura 88 minuti e focalizza le psicologie dei reclusi, sia nei frequenti contrasti che nei momenti di quiete, descritti in maniera incalzante. E si svolge come un Thriller, dalla liberazione fino alla riconquistata libertà facendo emergere alcuni caratteri interpretati da Kamil Polnisiak, Nicolas Przygoda, Sonia Mietielica.


NancyDura soltanto 85 minuti Nancy dell'americana Christina Choe, uno degli ultimi film in concorso nella sezione Semana dos Realizadores del 39° Fantasporto, minuti intensi tuttavia imperniati sul comportamento di una trentacinquenne che reagisce a modo suo a una società nella quale non si sente integrata. Interpretata dall'inglese Andrea Riseborough, la protagonista vive in provincia con la madre affetta da Parkinson. Le piace scrivere e comportarsi in maniera anticonformista. È stata anche nella Corea del Nord, ma deve risolvere problemi quotidiani, complicati dal suo carattere riottoso e indipendente. L'inattesa morte della madre, e un programma televisivo nel quale due genitori parlano della trentennale scomparsa della figlia che aveva cinque anni le fanno balenare un'idea: presentarsi alla coppia, dichiarare di essere stata rapita da piccola e che molto probabilmente è lei la figlia scomparsa. Bisognosi d'affetto, i genitori l'accolgono a braccia aperte. Nondimeno chiamano un amico detective per una piccola indagine e per un esame del DNA. Il film descrive l'assuefarsi della coppia alla compagnia di Nancy, e le tergiversazioni della ragazza in attesa del risultato delle analisi. E si trova a origliare dietro alla porta quando il detective telefona alla padrona di casa. Capisce di essere stata smascherata, ma intuisce anche che la donna preferisce tenere per sé la cattiva notizia pur di aver ritrovato una persona capace di riempire un vuoto affettivo. Che fare? Film teso, che trae suspense da accadimenti quotidiani, si avvale dell'originale interpretazione di Andrea Riseborough e di Steve Buscemi e Ann Dowd nei panni dei genitori.
painting life aPreferisce la lentezza, invece, il celebrato regista e scrittore indiano Bijukumar Damodaran col suo Painting Life di 140 minuti. Sorta di elegia della vita tranquilla dei campi contro lo stress e lo smog delle città, e omaggio alla natura, il film si apre con una piccola troupe cinematografica in viaggio tra le montagne dell'Himalaya per girare un video musicale. Primi ad arrivare, il regista, l'attrice e tre tecnici. La troupe segue, ma improvvise piogge torrenziali, slittamento di terre e crollo di ponti isolano i cinque in una zona dove i telefonini non hanno campo. Il regista, che partendo da Bollywood aveva chiuso con la moglie incinta, incontra una signora, in vacanza col marito. Lui è un industriale lieto di offrire da bere e di brindare con i nuovi arrivati; lei, una donna giovane e colta, che conosce bene il luogo e le lotte degli attivisti locali contro la costruzione di dighe che hanno sconvolto il paesaggio. Il ritardo nella ricomposizione della troupe offre al regista il tempo di apprezzare la natura e di partecipare a un'escursione con un cacciatore e guida locale che gli permette di riscoprire un mondo dimenticato. Saranno tuttavia i dialoghi con la signora in vacanza a fargli capire che è lui la causa della separazione dalla moglie e che non ha senso aver affrontato un difficile viaggio per girare soltanto un video musicale. Del film si potrebbe scrivere: importante il messaggio, di routine la realizzazione, perché i paesaggi sono più decantati che visti, e la fotografia non è la cosa migliore. A voler essere cattivi si potrebbe parlare di resoconti turistici, ma restando con i piedi per terra non si può non notare lo spazio didascalico a scapito della messinscena.
Domani i premi che dovranno essere suddivisi su quattro sezioni: Jury of the Official Competition for Fantasy Films; Jury of the Official Competition Directors Week; Jury of the Official Competition Orient Express; Jury of the Portuguese Cinema.


Finale e premi

lastsunriseOPORTO. Il 39° Fantasporto si è concluso assegnando premi a film provenienti da Australia, Cina, Corea del Sud, Filippine, Gran Bretagna, India, Israele, Polonia e Ungheria.

La Fantasy International Jury del Festival Internacional de Cinema do Porto ha attribuito il Gran Premio per il Miglior Film al cinese Last Sunrise di Wen Ren.

Il Premio Speciale della Giuria è andato all'inglese In Fabric di Peter Strickland.

All'americano Julian Richards è stato assegnato il Premio di regia per i suoi due film in concorso: Reborn e Daddy's Girl.

I premi di interpretazione sono andati a Georgia Clara, protagonista del film australiano Living Space, e all'attore Christopher Rygh della produzione luso-americana The Head Hunter. Il film brasiliano A mata negra (La selva nera) del regista e sceneggiatore Rodrigo Aragão ha ottenuto il premio di sceneggiatura; migliori effetti speciali, quelli dell'ungherese His Master Voice di Gyorgy Palfi. Miglior corto l'israeliano My first Time di Asaf Livni. Menzione speciale per l'americano The Fare di D.C.Hamilton.
La giuria internazionale della 29° Semana dos Novos Realizadores do Fantasporto ha attribuito il premio per il Miglior Film al polacco Werewolf di Adrian Panek. Il premio speciale della giuria è andato al filippino Waiting for Sunset di Carlo Catu. Migliore regia quella dell'americana Christina Choe per Nancy. Gli ungheresi Bálint Hegedus e Károly Meszáros sono stati premiati per la sceneggiatura di X – The Exploited. Miglior attore il filippino Dante Rivero di Waiting for Sunset. Migliori attrici ex-aequo le filippine Ai-Ai de las Alas (School Service) e Ina Raymundo (Kuya Wes). Miglior film della Official Competitive Section Orient Express 2019 è stato designato il coreano The Witch: Part 1 – The Subversion di Hoon-Jung Park. Il premio speciale è andato al filippino School Service di Louie Ignacio Lagdameo.
Il premio del cinema portoghese è stato assegnato a The Head Hunter di Jordan Downey, girato nel nord del Portogallo con una troupe portoghese. Migliore scuola di cinema portoghese: ETIC/EPI, (Escola de Tecnologias, Inovaçãon e Criação) di Lisbona. Menzione speciale per la creatività a Cinzas (Ceneri) di Célia Fraga (ESAP).
Premi non ufficiali.
Il Premio della critica al film indiano Painting Life di Biju Kumar Damodaran.
Il Premio del pubblico all'americano The Panama Papers di Alex Winter.

Il 39° Fantasporto si è concluso con la presentazione del film americano The Russian Bride di Michael S. Ojeda, in presenza dell'attrice protagonista ed ex modella, Oksana Orlan.