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39° FANTASPORTO
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lastsunriseLast Sunrise, opera prima del cinese Wen Ren, ha avuto il suo battesimo mondiale al 39° Fantasporto. L'entusiasmo del giovane regista pervade il racconto di 104 minuti, che tuttavia utilizza spesso vecchi stilemi. L'ultima alba è quella vissuta dal giovane astronomo dilettante Sun Yang. Captando informazioni su quello che potrebbe essere l'ultimo tramonto, con la perdita del sole e il pianeta coperto di ghiaccio, il giovane decide di raggiungere l'unico distretto collegato a una zona assolata. Per riuscirci deve accettare la compagnia di Chen Mun, ragazza stravagante che possiede un'automobile. In un mondo impazzito e senza luce, la strana coppia dovrà affrontare continui pericoli su strade controllate ormai da fuorilegge e dove benzina ed elettricità diventano sempre più rare. Sulla strada, il regista mette a fuoco il comportamento antitetico della strana coppia, dall'agire razionale e prevedibile di Sun Yang alle sorprese dell'istintiva e imprevedibile Chen Mun. Saranno beffati da una coppia di anziani e rischieranno di essere schiavizzati da una banda di criminali, ma alla fine arriveranno a piedi alla meta. Film d'azione, ma anche parlato, quasi didascalico, con riflessioni su un mondo che rotola verso la catastrofe e sulla sua salvezza.
Esordio europeo per il film statunitense Doe, opera prima di Justin Foia, visto l'autunno scorso nei due Festival americani di Niagara Falls e Austin. Thriller di 98 minuti su un uomo che si risveglia sulla panchina di un parco e non sa chi è, né dove si trova. Aiutato da un detective scoprirà di parlare 36 lingue senza averle mai studiate. Avrà un incarico all'università, si chiamerà John Doe e sposerà la sorella del detective. Otto anni dopo incontra un superdotato in calcoli matematici che gli dice di essere come lui e che sono entrambi condannati. Quando l'altro si suicida e i suoi incubi notturni si fanno più frequenti, John decide di indagare sul suo passato. Dopo una serie di incontri e di scontri rocamboleschi, scopre di essere stato un assassino condannato a morte, rigenerato da un esperimento scientifico e casualmente fuggito dal laboratorio. Che fare, avendo una moglie e una figlia, e scoprendo di aver assassinato un'intera famiglia? Interpretato da Timothy Davis, Mathew St. Patrick, Mira Sorvino, il racconto è curioso e desta interesse malgrado una velatura da film di serie B.
rebornMeno originale l'altro film americano in concorso, Reborn, film di terrore diretto da Julian Richards. Si apre in un obitorio dove le scintille di un corto circuito raggiungono la salma di una neonata riportandola in vita. Unico testimone un fotografo che decide di portarsi via la bambina e di allevarla. Cresce in uno stato di semilibertà fino a sedici anni quando durante una discussione, imperniata sulla ricerca della madre, il fotografo ci lascia la pelle e lei, Tess, s'impossessa di documenti che la conducono alla clinica dove è nata. Incrocia la madre, un'attrice famosa che tiene corsi di recitazione, recatasi in clinica per sapere dove è ubicata la tomba della sua bambina, trascurata durante tanti anni. I medici temporeggiano. Avrà più fortuna Tess, che scopre di avere poteri sovrannaturali e che s'impossessa di documenti che la portano alla scuola di recitazione. Si fingerà allieva, senza identificarsi, provando insieme alla madre e destando invidie e gelosie negli altri teatranti. E commetterà qualche delitto nel delirio di avere la madre soltanto per sé, ma diventerà vittima, sarà sepolta e la madre avrà una tomba dove portare i fiori. Presentato a novembre al London FrighFest Film Festival, il film dura 78 minuti ed è interpretato da Kayleigh Gilbert (Tess), Barbara Crampton (la madre) e Michael Paré, il detective che indaga sulla morte del fotografo.