25mo Festival Internacional de Cine, Cinema Jove - Pagina 3

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25mo Festival Internacional de Cine, Cinema Jove
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Stanza a Roma
Stanza a Roma

Nei festival cosiddetti minori non sempre la sezione ufficiale costituisce la parte più importante. Vi si trovano spesso film visti in altri festival. Le scoperte si fanno nelle sezioni parallele. Al 25º Cinema Jove, la sezione Un futuro de cine, che premia mettendo in luce giovani attori, quest’anno ha reso omaggio all’attrice russa Natasha Yarovenko che ha appena interpretato il nuovo film di Julio Medem Habitación en Roma (Una camera a Roma). Il film, presentato anche al Festival del cinema spagnolo di Malaga, si svolge a Roma in una camera d’albergo con un balcone che si apre sui tetti della capitale. Inizio dell’estate 2008. Per Alba (Elena Anaya) e Natasha è l’ultima notte italiana. Si sono appena conosciute. Il giorno dopo una volerà a Madrid, l’altra a Mosca. Ora però la notte è tiepida e Alba invita Natasha per un ultimo bicchiere in camera sua. Natasha è indecisa, poi accetta. In camera, dopo alcuni preliminari, il regista le scopre: dentro e fuori. Alba non fa mistero delle sue tendenze lesbiche, ma il racconto della sua sessualità nasce da una lunga storia familiare cominciata in Oriente. Di rimando c’è la storia speculare di Natasha. Ha una gemella e, chiacchierando, le confida che parla italiano, ha studiato storia dell’arte del Rinascimento, ha capacità tennistiche e ha subito un sopruso paterno che invece di preoccupare la sorella le ha provocato un sentimento di emarginazione. Non si capisce, però, se è stata lei a subire violenza o la gemella. E’ come un puzzle che si va completando, ma anche un gioco parallelo alla manovra erotica in cui Alba coinvolge l’ospite. Ne è testimone un cameriere rispettoso e comprensivo (Enrico Lo Verso) che fa servizio al piano. Le ragazze gli offrono anche l’illusione di un coinvolgimento a tre. Non è così. Il cameriere lo capisce, e non fa una piega. Si congeda sorridendo e cantando con voce di tenore. Natasha, nuova al rapporto con una donna, è reticente, e spesso il rapporto assume toni duri. E’ un tira e molla. L’ospite tuttavia si lascia affascinare dall‘intraprendenza dell’altra. Tra momenti di affettuosa fusione e altri dai toni irati le due “sconosciute” fanno giorno e osservano dal balcone lo spuntare dell’alba. Scendono in strada ed è il momento della separazione. Sorta di passaggio di testimone (Elena Anaya ebbe lo stesso premio nel 1997), il film descrive una casta relazione sessuale, lontana dagli schemi del pornofilm. Adombra un discorso che si vorrebbe sociologico, ma è soltanto un gioco. Natasha Yarovenko, parlando del lavoro con Julio Medem, ha definito la sua interpretazione come un’esperienza curativa. Noi attori - ha dichiarato - immaginiamo, creiamo e tiriamo fuori le nostre emozioni e i nostri sentimenti; superiamo le nostre paure, i complessi e il senso del ridicolo apprendendo a controllare e a indirizzare le nostre energie facendo un lungo viaggio insieme con i nostri personaggi. Certamente per me il viaggio più profondo è stato interpretare il personaggio di Natasha. Nel film ho aperto la mia anima, l’ho svuotata, e quando è terminata la lavorazione ne sono uscita nuova, limpida e pura superando tutte le mie paure.