14 Marzo 2010
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11º Festival Internacional de Cine Las Palmas de Gran Canaria 2010 |
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Granaz Moussavi, trentasei anni, iraniana che vive in Australia dal 1974, è autrice di corti e di documentari. Con My Teheran for sale, (La mia Teheran in vendita) ha girato il primo lungometraggio. Ed è tornata a Teheran filmando con una camera digitale in clandestinitá. Il film si apre con una festa rave nei dintorni della capitale dove immancabili arrivano i guardiani della rivoluzione. Fermano la musica, separano le donne dagli uomini, li insultano e li caricano su un autobús. Marzieh (Marzieh Vafamehr), giovane attrice di un teatro clandestino, si era appartata con Saman, iraniano residente in Australia. Erano in un capanno fuori la discoteca e sono sfuggiti alla cattura. Cè del tenero tra i due. Lui la vuol portare in Australia, e lei spende il tempo in lunghe code allambasciata australiana, in visite mediche, e in richieste di documenti. Marzieh possiede un piccolo appartamento dove ospita Saman e dove spesso accoglie la bambina di una vicina. Saman telefona alla madre per dirle che ha trovato la donna della sua vita e che presto anche lei la conoscerá. Inatteso arriva il rifiuto del visto per lespatrio. Lei risulta positiva allAids. Tenta di spiegare che deve esserci stato uno scambio di cartelle, ma lui linsulta, impreca e va via infuriato. Lei non ci sta: se non può ottenere il visto per lAustralia, tenterá di uscire clandestinamente dal paese. E per farlo vende lappartamento. Scritto, diretto e prodotto dalla Moussavi, insegnante di cinema a Sydney e autrice di 4 libri di poesie, il film è spesso ripetitivo. Anche il racconto risulta alquanto scombussolato. Ciononostante suggerisce atmosfere e situazioni che spiegano la sofferenza degli intellettuali a Teheran, il desiderio di una vita e di una societá diverse, la condizione senza futuro delle donne. E vanta lispirata interpretazione di Marzieh Vafamehr.