06 Novembre 2008
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30° Festival Cinéma Méditerranée di Montpellier |
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Fra gli altri film in concorso qualche riga su Fi Intidar Pasolini (Aspettando Pasolini) del marocchino Daoud Aoulad-Syad e Kharej Altagtia (Fuori tempo) del siriano Abdellatif Abdelhamid. Nel primo film un villaggio marocchino è messo sottosopra dallannuncio dellarrivo di una troupe che vi girerà un film storico. Il vecchio Thami, che all'età di diciannove anni aveva fatto la comparsa nell'Edipo re (1967) di Pier Paolo Pasolini, è convinto che a dirigere la nuova opera sia ancora quel regista di cui ignora la morte. Il film si sviluppa fra illusioni di ricchezza - la troupe farà i bagagli quasi subito per mancanza di finanziamenti da Roma - contati con una modernità lontana anni luce dallesistenza quotidiana di questi poveri cristi, sogni di gloria, per quanto effimera. Molta carne al fuoco per unopera che si avvita su sé stessa, cede in continue, inutili ripetizioni e commuove poco.
E quanto capita anche al film siriano in cui un pasticciere è costretto a occuparsi di due famiglie; allinizio sembra abbia due mogli, poi si capisce che si deve dare da fare per soccorrere quella di un amico ingiustamente condannato a dieci anni di prigione. Basta solo questo accenno a rendere il film interessante, visto che proviene da un paese sottoposto ad uno dei più feroci regimi del pianeta. Purtroppo i dati positivi si fermano a questo aspetto, diciamo interno, mentre la storia prende quasi subito un tono da commedia che naviga verso un finale (forzatamente?) ottimista. Unopera più interessante sociologicamente che da un punto di vista cinematografico.