Brussels Film Festival 2012 - Pagina 5

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Brussels Film Festival 2012
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altNel corso dell’ultima giornata sono state proposte le proiezioni dei film che si sono aggiudicati i premi Golden Iris (miglior film) e White Iris (migliore opera prima). Il primo è andato a Death for sale (Morte in vendita) del regista marocchino Faouzi Bensaïdi. Nella città di Tetouan, nel nord del Marocco, tre giovani (Fehd Benchemsi, Fouad Labied e Mouhcine Malzi), legati dall’amicizia e dalla comune condizione di disoccupati senza speranza, decidono di rapinare insieme una gioielleria. Mentre elaborano il piano per portare a compimento il colpo che dovrebbe sollevarli dalla miseria, conducono le loro vite, tra piccoli furti, contrabbando e amori. Il progetto, alla fine, si concretizzerà, sebbene non nel modo sperato. E’ un noir, ambientato in una realtà difficile, quella delle città provinciali del Marocco, dove la disoccupazione e la povertà dilagano, minando le radici della società. Il regista si dimostra un ottimo narratore, grazie a una sceneggiatura movimentata (firmata dallo stesso cineasta), con tanto di colpo di scena finale, e a un uso sapiente della macchina da presa. Ricco di carrellate e piani sequenza, il film proietta lo spettatore dentro alla realtà descritta.
altKlip (Clip) della giovane regista serba Maja Milos si è aggiudicato il premio per la migliore opera prima. Il film non può lasciare indifferenti per la forza delle immagini e la carica erotica. Tuttavia l’autrice si serve della provocazione per raccontare una storia, quella dell’adolescente Jasna (Isidora Simijonovic), che cerca d’ignorare le gravi condizioni di salute del padre, abbandonandosi a una vita dissoluta insieme ai suoi coetanei, nella tetra realtà quotidiana del paese. Questa tensione tra apatia ed euforia, tra l’infelice vita familiare e un mondo parallelo, fatto di droghe, sesso e video, trovano alla fine un punto d’unione nell’amore, sebbene si tratti qui di un sentimento che dà adito anche a un profondo dolore. La provocazione della regista si estende anche ai mezzi utilizzati per la realizzazione: buona parte del film, infatti, è composta da video girati con un cellulare, quello della stessa Jasna, che documenta con dei clip quasi ogni momento della propria vita.
altAl termine della cerimonia di premiazione, è stato proiettato l’ultimo film presentato, in anteprima: Trishna di Michael Winterbottom. Si tratta di un libero adattamento di Tess dei D'Urbervilles (1891) di Thomas Hardy, già portato al cinema da Roman Polansky (Tess, 1979). Winterbottom sposta l’azione in India, dove la bella Trishna (Freida Pinto) è sedotta dal rampollo inglese Jay (Riz Ahmed). La fanciulla, che vive con i genitori in una realtà rurale, accetta per amore un drastico cambio di stile di vita e si trasferisce con Jay a Bombay, ma, superato l’idillio iniziale, il rapporto declina rapidamente verso un finale doloroso. Delude il film di Winterbottom, che propone una sceneggiatura frettolosa e senza mordente, malgrado il buon spunto iniziale; sono troppi, infatti, i passaggi che non si spiegano della vicenda. Si ha l’impressione, pertanto, che Winterbottom abbia buttato via una buona occasione per raccontare una bella storia. Forse non il modo migliore, dunque, per chiudere un festival che ha offerto molteplici spunti d’interesse tra le proposte in competizione e non solo, dando un’immagine del cinema europeo estremamente viva e varia.