Brussels Film Festival 2012 - Pagina 2

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Brussels Film Festival 2012
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altLa terza serata del Festival è stata dedicata alla Polonia, con la proiezione dei film Wymyk (Coraggio) di Greg Zglinski, inserito nella sezione Panorama, e Róża (Rosa) di Wojciech Smarowski, che è invece in competizione. I due film hanno in comune l’ottima accoglienza ricevuta nel proprio paese di origine, consacrata dai premi ottenuti al Warsaw International Film Festival del 2011: Gran Premio come miglior film per Róża e Gran Premio della Giuria per Wymyk. Protagonisti del secondo sono due fratelli, che lavorano fianco a fianco nella ditta familiare, tra loro non c’è una buona intesa: uno (Robert Wieckiewicz) è, infatti, almeno apparentemente, più imprudente e spavaldo dell’altro (Lukasz Simlat) che è più guardingo. Questo dissidio complica i rapporti personali e professionali tra i due. La vicenda familiare si snoda così tra litigi, ripicche e freddure, fino a una tragica svolta: il più tranquillo dei due prende le parti di una giovane donna importunata sul treno da una banda di teppisti ed è lanciato fuori dalla vettura in movimento, riportando ferite che potrebbero essergli fatali. Da quel momento la vita dell’altro, che peraltro non è intervenuto in difesa del fratello, cambia irrimediabilmente. E’ un film amaro, s’interroga sul significato del coraggio, ma racconta anche come un evento tragico possa trasformare inevitabilmente una o più vite, cambiandone improvvisamente le prospettive.
altCome tutte le terre contese tra più paesi, la Masuria ha una storia travagliata, di cui il suo popolo ha pagato le conseguenze, subendo le peggiori atrocità. Alla fine della Seconda Guerra Mondiale, in particolare, questa parte d’Europa, fino allora governata dalla Germania, è passata sotto il dominio della Polonia, di cui oggi occupa la zona nord-orientale. Tale circostanza ha comportato grandi sofferenze e terribili ingiustizie nei confronti del popolo masuro, di cui sono state vittime, in particolare, le donne, spesso sole perché vedove di guerra. È il caso di Róża, interpretata dall’attrice Agata Kulesza, protagonista del secondo film. Un ex soldato polacco (Marcin Dorociński), testimone della morte di suo marito , si trasferisce nella fattoria, inizia a proteggerla dai soprusi e cerca con tutti i mezzi di evitarle l’allontanamento dalla sua terra e la deportazione in territorio tedesco. Nella prima parte del film, i toni narrativi sono più leggeri e non mancano scene in cui è smorzato il carattere tragico della narrazione; si descrive l’avvicinamento tra i due protagonisti, dall’imbarazzata diffidenza all’intesa, fino al profondo affetto. La tensione cresce però progressivamente man mano che ci si avvicina al finale: le speranze si affievoliscono e la tragedia diventa totale. Un film di guerra ben realizzato, in cui non si trascurano gli aspetti umani, ma si mettono in luce, allo stesso tempo, i livelli di brutalità che gli uomini sono capaci di raggiungere. Convincente la prova di Agata Kulesza, ma non è da meno quella di Marcin Dorociński nel ruolo di un uomo tenace e leale, per quanto l’efferatezza della guerra lo possa permettere.

altEva è il primo lungometraggio del regista spagnolo Kike Maillo ed è stato presentato in anteprima lo scorso settembre alla 68ma Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia. Qui a Bruxelles è inserito nella sezione Panorama. Il film, ambientato nel 2041, racconta una vicenda umana in un contesto futurista e fantascientifico. Si tratta della storia dell'ingegnere cibernetico Alex, interpretato da Daniel Brühl, noto per Goodbye Lenin e Bastardi senza gloria. Il protagonista torna a Santa Irene, la sua città natale, per realizzare il primo robot bambino, su richiesta della facoltà locale di robotica. Durante i dieci anni di assenza, il fratello ha sposato Lana, la ragazza che Alex frequentava prima della sua partenza e, insieme, hanno avuto una figlia, Eva. Il protagonista, in cerca di un modello di bambino non ordinario per il suo progetto, individua in Eva le caratteristiche di cui ha bisogno; tra zio e nipote nasce un rapporto speciale, ma Alex avverte che qualcosa non quadra. Lana, infatti, nasconde un sorprendente segreto, svelato nel finale. Bella la fotografia e notevoli gli effetti speciali del film di Maillo, valorizzato anche da una buona sceneggiatura, che appassiona lo spettatore alle vicende personali dell'ingegnere e lo sorprende con il colpo di scena finale. Il contesto è un futuro in cui gli uomini convivono con gli androidi, dove però non mancano anche riferimenti nostalgici al passato, quello del protagonista e, più in generale, quello dell'umanità.