26 Novembre 2006
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24° Torino Film Festival |
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Un premio è andato anche The Guatemalan Handshake (La stretta di mano guatemalteca) dellamericano Todd Rohal. Il film offre un esempio della schizofrenia stilistica di cui parlavamo in apertura. Il regista ha costruito una commedia satirica partendo da una storia popolata dinnumerevoli personaggi, che dovrebbero rappresentare altrettante facce grottesche del modo di vivere americano. Il film, purtroppo, centra raramente gli obiettivi che si prefigge. La trama è esile e racconta di un pilota di rodei per auto che scompare durante un black out e di alcuni suoi conoscenti che vanno a cercarlo. Tutto è giocato su piccole gag e su personaggi volutamente strambi. Il risultato è modesto tanto che, più di una satira sullAmerica doggi, nasce il dubbio si tratti di una farsaccia inseribile nel filone degli American Pie (1999) dei vari Paul e Chis Weitz, James B. Rogers, Jesse Dylan, Daniel Attias e Bill D'Elia.
Alcuni film in cartellone, hanno destato una particolare attenzione. Bled Number One (Ritorno a casa), del francese dorigine algerina Rabah Ameur-Zaïmeche, è una di quelle opere generose e militanti che tanto appassionano i registi del terzo mondo. Qui sono sul tappeto due argomenti ugualmente drammatici: il conflitto fra estremisti islamici e credenti moderati e lo scontro fra modernità e tradizione. A farne le spese sono due emigrati che ritornano nel piccolo villaggio algerino da cui sono partiti. Louisa arriva con il figlioletto, fuggendo da un marito maschilista e violento. Le sue abitudini di vivere in modo moderno e il rifiuto di sottomettersi al padrone di casa scandalizzano non poco madre e fratello, che finisce col picchiarla a sangue. Kamel, appena uscito da una prigione francese, torna a casa con foglio despulsione e deve confrontarsi con situazioni laceranti che gli sono estranee, tanto che sarà lui a pagare il prezzo maggiore. Il film ha un andamento lento, come spesso capita in questi casi, e una narrazione semplice, con qualche schematismo di troppo. E' unopera più importante politicamente che originale sul piano narrativo.