26 Novembre 2006
Indice |
---|
24° Torino Film Festival |
Pagina 2 |
i premi |
Galleria fotografica |
Tutte le pagine |
Pagina 1 di 4
La 24ma edizione del Torino Film Festival ha confermato la condizione transitoria in cui si trova questa manifestazione. Dopo le prime gestioni guidate da Alberto Barbera, segnate da scelte precise in favore di un cinema di qualità non privo di valori commerciali, e quelle più radicali e, a tratti, snobistiche di Stefano della Casa, le edizioni firmate da Giulia DAgnoloVillan e Roberto Turigliatto sono apparse prive di un netto filo conduttore.
Da un lato cera la tendenza a prediligere le opere marginali rispetto al gran circuito internazionale, come ha testimoniato, questanno, linserimento in concorso dalcuni titoli realizzati in video, dallaltra il desiderio di puntare sulla rivisitazione critica dautori, spesso americani, la cui opera, seppur con connotati originali, si colloca allinterno di un preciso itinerario industriale. In questo modo è stato composto un calendario dai toni lievemente schizofrenici, come dimostra la vicinanza dopere che sfiorano lamatoriale a grandi produzioni.
A proposito delle prime ci sia consentita una breve digressione tecnica sul tema della messa in cartellone dei film in video. Non c'è, da parte nostra, alcunintenzione di erigere assurde barriere basate sulle tecniche di ripresa, ma la rivendicazione dapparati tecnici che consentano di valutare al meglio anche questo tipo di film. Non è sopportabile, invece, assistere a proiezioni indecenti data la scarsa qualità dei materiali o linadeguatezza degli apparati di proiezione. E capitato, ad esempio, che Buyi Zhi le (I piaceri della gente comune), del cinese Xia Peng, sia risultato difficilmente giudicabili, visto che le immagini sono apparse mal esposte dalla prima allultima. E un vero peccato, tenuto conto che il film propone una ricognizione tuttaltro che banale fra i diseredati del miracolo economico cinese, ex galeotti, poveri, militari costretti ad arrotondare la pensione da fame raccogliendo, letteralmente, escrementi ad uso di fertilizzante.
Sempre in tema di materiali video sono stati presentati anche un film filippino e un tailandese, due documentari, uno di carattere più nettamente sociale, laltro con tendenza alla documentazione poetica.
Sempre in tema di materiali video sono stati presentati anche un film filippino e un tailandese, due documentari, uno di carattere più nettamente sociale, laltro con tendenza alla documentazione poetica.
Notevolmente diverso lapproccio che Uruphonh Raksasad propone in Reanglao jak meangnue (Storie del nord). Il film è organizzato su nove storie ambientate a Lanna, un piccolo villaggio del nord della Tailandia. Ne sono protagonisti quattro persone un uomo, unanziana, un bimbo e un coltivatore di riso uniche rimaste in una zona spopolata dallemigrazione interna verso la capitale. Assieme a loro assume un ruolo importante un bufalo, simbolo di una Tailandia eterna e immobile nel tempo. Il film ha un tono più romantico melanconico che di denuncia sociale e costituisce un bel capitolo di ricordi su un tempo passato spazzato via da una modernizzazione spesso insensata.