31° Cairo International Film Festival 2007 - Pagina 2

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31° Cairo International Film Festival 2007
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Vivere in una metropoli
Life in a... Metro (Vivere in una metropoli) del regista indiano Anurag Basu è ambientato a Bombay e ruota attorno ad un giovane impiegato, affittuario di un appartamento che presta ai superiori per consentire loro incontri galanti con le amanti. Quando s’innamora di una bella collega e scopre che è una delle frequentatrici di casa sua, manda al diavolo la carriera e si rifiuta di continuare a prestarsi al gioco. Per completare il quadro ci sono varie storie di contorno, che coinvolgono la vita familiare dei uno dei manager adulteri, una ventottenne ancora vergine alla ricerca del principe azzurro e un’anziana che rivive il grande amore della sua vita. E’ un miscuglio di situazioni e citazioni che vanno da Breve incontro (Brief Encounter, 1945) di David Lean a L’appartamento (The Apartment, 1960) di Billy Wilder, per tacere dei riferimenti ai molti film che affrontano il problema dell’amore in tarda età come Una vecchia signora indegna (La vieille dame indigne) di René Allio (1965). Idee molto datate, anche se piacevolmente assemblate e cementate da un’efficace salsa melodrammatica che strizza l’occhio al sociale (la corruzione dei funzionali, la condizione della donna, l’emarginazione degli anziani,…). Un testo gradevole, rinvigorito da un’ottima colonna sonora affidata a Pritam Chakraborty, che funziona da coro e accompagnamento delle varie storie.
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Gelsomino
Jasminum di Jan Jakub Kolski, uno dei migliori registi emersi in Polonia negli anni novanta, ha per sfondo le stanze e il chiostro di una monastero la cui quiete è messa in discussione dall’arrivo di una bella restauratrice, accompagnata dalla figlia di cinque anni, incaricata di ridare vita un antico dipinto. Presto si stabilirà una corrente di simpatia fra la donna e il priore, appassionato del cinema di Federico Fellini del cui Amarcord conosce i dialoghi a memoria. La storia si complica quando l’esperta si dimostra interessata alla ricerca di un profumo capace di distillare il senso profondo dell’amore, aroma che riuscirà a ritrovare nelle ragnatele che avvolgono la bara di una ragazza, morta molti anni prima. La storia non è nuova, vedi Profumo - Storia di un assassinio (2006) di Tom Tykwer, lo stile è quello tipico del cinema polacco colto con grande attenzione per il taglio delle inquadrature, la scenografia, le luci. Nel caso specifico questi elementi non bastano a volgere al positivo il bilancio di un film sostanzialmente modesto e costantemente in bilico fra seriosità e facile ironia.
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L'angelo necessario
Ingerul Necesar (L’angelo necessario) del rumeno Gheorghe Preda è un film al limite dell’informale, che racconta gli incubi di una compositrice e pianista trentenne, affetta da una grave forma di asma, che vive in una casa linda e totalmente bianca. Un giorno inizia a ricevere costosi regali da uno sconosciuto che, per lei, fa dipingere le fiancate dei tram e i muri della città. Incuriosita, accetta un invito in Grecia dell’ammiratore in incognito. In terra ellenica, inseguendo una nera limousine in cui ha intravisto l’uomo misterioso, cade e si ferisce gravemente. Il regista ha dichiarato il suo disinteresse per il cinema realista e, in particolare, quello sociale, e la sua predilezione per le immagini (ha alle spalle un lunga carriera di autore di video clip) anche se staccate dallo svolgimento di una qualsiasi storia. Nel caso specifico il film dovrebbe denunciare, oltre la patinatura e una certa sconnessione narrativa, l’impossibilità di scindere il bene dal male da cui la facile trasformazione degli angeli custodi in demoni, il tutto unito al senso di casualità che domina la vita. Le immagini che ci propone hanno un’indubbia bellezza, così come trasudano fascino le composizioni musicali che cadenzano lo scorrere dell’opera mescolando partiture pre-classiche e suono di strumenti industriali.