Mamoru Oshii, ideatore delle anime di Ghost in the Shell aveva diretto un’animazione nel 1995, coprodotta fra Giappone e Gran Bretagna. Forse i tempi non erano ancora maturi ed il film è passato senza lasciare eccessive tracce. Eppure era interessante, cercava di sviluppare le problematiche tra macchine e umani, parlava di ibridi tra le due realtà, cercava anche di capire cosa passasse per il cervello della protagonista.
Amato dai veri appassionati del filone, considerato noioso da chi non conosce bene questo mondo, ha ora ottenuto una trasposizione cinematografica interessante ma che difficilmente otterrà notevoli riscontri al box office. Anche qui ha molta importanza lo studio dei problemi etici e sociali dell’arma letale costruita in laboratorio usando il cervello di una ragazza. L’organo è impiantato da una scienziata apparentemente dolce ma sicuramente con poco cuore che è, capace di privare di corpo e vita normale una persona per i suoi esperimenti, esperimenti a cui sono state sacrificate decine di persone. E’ interessante vedere la trasformazione del nostro mondo in qualcosa di freddo in cui ha più importanza l’informatica a tutti i livelli che non la persona, dove, però, un cervello umano può mettere in crisi sofisticati ingranaggi, perfetti solo in apparenza. La struttura esterna del film è fatta di bellissimi effetti visivi che aiutano a creare una realtà possibile in cui non ci sono eccessive differenze con il nostro mondo reale. Ci sono aperture verso il microcosmo pensato da Luc Besson ne Il quinto elemento (Le cinquième élément, 1997). Splendido il personaggio affidato a Scarlett Johansson e ottima la sua interpretazione. Questa attrice sta diventando l’icona di un cinema di cui incarna un sex appeal che coinvolge personaggi quali il corpo del killer extraterrestre di Under the Skin (2014), corpo e voce (questo solo nell’edizione inglese) di Lei (Her, 2013), corpo-cervello in Lucy (2014), corpo opacizzato capace di leggere i pensieri altrui in Avengers: Age of Ultron (2015). Qui raggiunge un’assoluta simbiosi col manga d’origine, attraverso movimenti del corpo che sono un’autentica coreografia di sensualità e dramma ed un viso triste dallo sguardo senza speranza. Purtroppo in vari momenti il film è noioso e rischia di non accontentare le grandi platee. Il Maggiore è un ibrido cyborg-umano unico nel suo genere alle dipendenze della Sezione di Sicurezza Pubblica numero 9. Decisa a fermare i criminali e gli estremisti più pericolosi, questa Sezione è minacciata da un nemico il cui unico scopo è distruggere tutti i traguardi raggiunti dalla Hanka Robotic nella tecnologia cibernetica. Tuttavia, forse, i cattivi e i buoni non sono davvero tali.