Maya Forbes è una sceneggiatrice che ha scritto, soprattutto assieme al marito Wally Wolodarsky, per la televisione e per il cinema. Il loro migliore lavoro è stato il film d’animazione Mostri contro Alieni (Monsters vs. Aliens, 2009). Nel 2007, resasi conto che difficilmente le avrebbero fatto scrivere cose che la interessassero, ha ripreso senza l’aiuto del marito uno script a cui aggiungeva da anni poche righe per volta.
Si trattava della sua biografia romanzata di quando aveva dieci - dodici anni. La scriveva senza fretta perché era difficile raccontare di un padre che amava profondamente ma che aveva una grave forma di bipolarismo con crisi maniacali depressive che lo portavano ad essere poco sopportabile. Anche la madre, per eccesso d’amore, aveva abbandonato lei e la sorellina per trasferirsi da Cambridge a New York e seguire un corso alla Columbia Business School che pensava le avrebbe permesso di trovare lavori migliori e maggiormente redditizi. Da ragazzina viveva drammaticamente questo rapporto di amore ed odio, la sua esigenza di essere a tratti madre dei genitori e di China – ora cantante del gruppo Pink Martini per cui compone anche testi di canzoni – le creava una vita poco felice, come difficile era accettare che il padre fosse deriso perché diverso. Forbes è un cognome importante negli Usa ed è legato ad uno dei più influenti editori d’oltreoceano, ricchi di fama ma anche di denaro, risorse che nel 1978 erano gestite dalla dispotica nonna materna che dava pochi spiccioli ai parenti ma offriva generosamente l’uso di una lussuosa Bentley che la sua famiglia non si poteva permettere. Frustrata da tutte queste situazioni, Maya ha trovato se stessa proprio dopo il matrimonio con Wallace, personaggio eclettico e anche lui fuori da canoni dell’assoluta normalità, che l’ha capita e aiutata lasciandola fare ma affiancandola in ogni suo lavoro. Del film di debutto della moglie non è co - sceneggiatore ma produttore. La scelta della figlia Imogene per interpretare Maya da ragazzina è stata perfetta. Teneramente folle segna il suo esordio nel mondo del cinema, un film in cui è stata molto brava perché naturale, non spocchiosa come tante attrici bambine, sempre al suo posto senza rubare spazio agli altri, assolutamente credibile nei suoi capricci legati ad una vita difficile da vivere serenamente. Maya è riuscita a raccontare come in una fiaba momenti anche drammatici vissuti sempre con la certezza di essere una vera famiglia, nonostante certe stramberie. Breve e funzionale, è un’opera che riesce a coinvolgere emotivamente grazie anche alla bravura di tutti gli interpreti scelti con attenzione, uno ad uno. Palma del migliore va a Mark Ruffalo, assolutamente perfetto quale padre imprevedibile, poco rassicurante ed efficiente, ma innamoratissimo delle figlie e della moglie che pure lo aveva lasciato. Un uomo affetto da bipolarismo ma anche un po’ imbranato, che cerca di riconquistare la moglie accettando di badare a tempo pieno alle due giovani figlie che non gli renderanno la vita facile.
