Leigh Whannell ha ottenuto ottimo riscontro a livello internazionale per i primi due titoli di quella che rischia di diventare una saga. Insidious 3 - L'inizio sembra essere ripetitivo, persino troppo anche perché Leigh Whannell ne è l’unico responsabile sia come scrittura che regia. x
Per questo prequel sarebbe servito un altro sceneggiatore per trovare la maniera di meglio sfruttare personaggi anche interessanti. Invece, siamo di fronte a un horror molto prevedibile e poco coinvolgente, un prodotto come tanti per chi cerca brividi senza pretendere originalità e logica narrativa. Non prendendosi mai veramente sul serio, scivola pericolosamente nel ridicolo con tanto di improbabili ghostbuster (ma potrebbero anche essere letti in chiave positiva) e una involontaria parodia della sensitiva, simbolo della saga. Il peggio lo si tocca nella totale assurdità di alcuni personaggi di contorno, quali il fratello e il vicino, senza dimenticare l’amica, di cui è difficile trovare una logica per inserirli con battute scadenti e invisibilità narrativa. Questo regista è anche un buon sceneggiatore ed era il responsabile dello script dei due film precedenti che erano stati diretti dal regista di punta del nuovo horror americano, James Wan. La sua perfetta padronanza dei trucchi di mestiere e stile hanno indubbiamente fatto scuola aprendo una stagione assai feconda per il filone, con prodotti capaci di centuplicare i guadagni al netto di costi irrisori. Qui è in veste di produttore con la regia affidata a Leigh Whannell al debutto dietro la macchina da presa. Anche lui conosce i trucchi e le tecniche che fanno sobbalzare dalla poltrona; l’universo mitico/figurativo di riferimento è tale e quale poi a quello del suo mentore, con fusione tra Oriente e Occidente, tra ghost - story nipponica e horror demoniaco modello statunitense; ma gli manca la sensibilità per far vivere il film, avere un’intuizione di regia, trovare un dettaglio drammaturgico, un colpo di scena degno di questo nome che gli permetta aggiungere qualcosa di nuovo al mondo della paura. Un uso sovradimensionato e non giustificato del sonoro e del montaggio più sconnesso che dotato di ritmo, di rumori che ottengono più disturbo che non paura e di apparizioni improvvise spesso non giustificate dalla sceneggiatura, non ottiene altro se non qualche brividino come da contratto. Molto tempo prima delle persecuzioni che hanno afflitto la famiglia Lambert, la sensitiva Elise Rainier scopre le proprie facoltà paranormali. Così, sfruttando la sua abilità nell'entrare in contatto con i defunti decide, sebbene riluttante, di aiutare un'adolescente vittima della persecuzione di una pericolosa entità soprannaturale. Seguono complicazioni.