Un tempo, i film d’animazione erano al massimo due o tre all’anno, curati nei minimi particolari. Ora li producono un po’ tutti, non solo negli Stati Uniti e sui nostri schermi vi è un’offerta sovradimensionata che rischia di dare poco rilievo anche a qualche buon titolo.
Il viaggio di Norm è un prodotto low cost della Lyonsgate, realizzato con finanziatori indiani. Ne genere animazione funziona, ma è privo di interesse sia per la storia raccontata che per personaggi che difficilmente entreranno nell’immaginario collettivo. Norm è un orso polare di circa 30 anni, destinato a diventare re dell’Artico nonostante non sappia cacciare. Parla, balla e si fa prendere dall’emotività come un vero essere umano. Tre lemming sono il suo esercito e i suoi complici. Lo accompagnano con orgoglio durante il suo viaggio: anche se sono gli animali più piccoli dell’Artico, sono indistruttibili. Mister Greene è un magro dirigente new age trasformatosi in guru con un lungo codino. È il proprietario di una società costruttrice di residenze di lusso che costruisce case in aree sottosviluppate e vorrebbe colonizzare l’Artico. Vera è la direttrice marketing dell’impresa, madre sensibile che lavora per un uomo cattivo. E’ interessata al successo e alla felicità della figlia, per questo accetta di essere fedele e complice di Greene. Olympia è l’intelligentissima figlia della donna che sarà l’ago della bilancia negli scontri tra i vari modi di comportarsi degli adulti. I tratti somatici dei personaggi molto anonimi, le musiche deludenti, valida l’animazione, regia e sceneggiature pressoché inesistenti. Le poche risate che si sentono in sala erano di un pubblico prescolare che si diverte per scene scatologiche dei lemming, con pipì in acquario e rumori che Dante avrebbe definito e col cul facea trombetta. Peccato che in questo progetto siano stati coinvolti tanti buoni professionisti dell’animazione. I veri realizzatori del film sono i televisivi della statunitense Splash Entertainment e sono bravi a realizzare novanta minuti senza spendere una fortuna, ma se poi il film non incasserà tanto da pagare le spese saranno in tutti casi denari sprecati. L'orso polare Norm non sa andare a caccia, ma, come il nonno, riesce a parlare agli esseri umani. Quando Vera si presenta nell'Artico per girare uno spot tv per promuovere case di lusso per il suo spregiudicato datore di lavoro, l’orso sa di dover fare qualcosa per salvare il suo habitat. Lascia la famiglia e si imbarca su una nave diretta verso la New York, insieme con tre piccoli e dispettosi lemming. Viene scambiato per un attore travestito da orso, e via di seguito.