The Teacher (Učitelka – L’Insegnante) del noto regista cecoslovacco Jan Hřebjk è un film solido, poco originale, ben costruito. Racconta, partendo dall’inizio degli anni ottanta e arrivando sino alla nascita della Repubblica Ceca post-realsocialista, la storia di un’insegnante di mezza età, propensa ad utilizzare la cattedra per servire il regime, quello al potere nel momento, e trarne vantaggi personali.
E’ il ritratto di una piccola burocrate spregiudicata, pronta a ricavate condizioni di favore dai genitori degli alunni sfruttando la sua posizione. La storia parte dall’inizio degli anni ottanta e segue l’insegnante, vedova di un militare e sorella di una donna emigrata in Russia, che angaria gli alunni col pretesto delle esigenze del regime. In questa parte le immagini si alternano con quelle di una riunione di genitori di ragazze e ragazzi chiamati a firmare una lettera di protesta compilata dai parenti di un’alunna che ha tentato il suicidio causa le angherie dell’insegnate che l’aveva presa di mira perché il padre, impiegato dell’aeroporto di Praga, si era rifiutato di consegnare a un pilota una scatola di dolci affinché li facesse arrivare alla sorella delle professoressa. Dopo una lunga discussione e non meno numerose titubanze, molti decidono di firmare il documento, anche se lo fanno alla spicciolata e in maniera quasi clandestina. Tutto inutile: dieci anni dopo ritroviamo la donna, passata indenne al servizio della repubblica post-realsocialista, intenta a comportarsi allo stesso modo, questa volta in nome del nuovo sistema politico. Ciò che prende di mira il regista sono sia il trasformismo che segna il passaggio dal prima al dopo, sia la paura che attanaglia la gente comune vittima di un regime occhiuto e oppressivo. C’è da dire che la parte meglio riuscita del film riguarda il secondo aspetto con momenti di grande efficacia anche se in non pochi punti ricorda un classico del cinema come La parola ai giurati (Twelve Angry Men,1957) che Sidney Lumet ha tratto dal dramma omonimo di Reginald Rose. In altre parole un film non originalissimo, ma solido ed efficace.