Taranta on the road, secondo lungometraggio del trentaquattrenne Salvatore Allocca, è il tipico film giovanile italiano in cui si affrontano argomenti drammatici con spensieratezza e senza approfondire l’analisi.
Immigrazione clandestina, condizione delle donne nei paesi mussulmani, contrasti nei rapporti internazionali, musica non commerciale, omosessualità sono alcuni dei temi che il film tocca senza affrontarne seriamente su alcuno, ma utilizzando un tono di commedia costruita su stereotipi e blande relazioni sentimentali. Italiani dal cuore d’oro, tolleranza vero i diversi, insoddisfazione femminile c’è di tutto ma nulla è affrontato con profondità d’analisi. Siamo nel 2011, all'indomani della primavera Araba e due migranti tunisini, Amira e Tarek, che neppure si conoscono raggiungono la costa pugliese su uno dei tanti barconi che approdano in Italia in quelle settimane. Per caso, si ritrovano entrambi a chiedere aiuto ad una scombinata band salentina che sta affondando i sogni di gloria tra sagre paesane e matrimoni. Per impietosire gli improvvisati compagni di viaggio si fingono coniugi e lei lascia anche credere di essere incinta. I musici, tipica immagine di Italiani brava gente, decidendo di aiutarli a raggiungere la Francia. Sarà un’esperienza lunga che porterà il gruppo ad attraversare tutta la penisola arrivando a Ventimiglia proprio nel momento in cui i gendarmi d’oltralpe sigillano la frontiera per impedire il passaggio dei migranti. In altre parole un film generoso, ma sostanzialmente velleitario.