Stan Lee appare dopo poco meno di mezz’ora con le braccia appoggiate sul davanzale di una finestra e parla con dei vicini: il nome del suo personaggio è Gary. Il tormentone di scoprire quale sarà il cammeo che il novantacinquenne creatore di tanti personaggi Marvel nonché boss dell’azienda e produttore esecutivo di centinaia di prodotti televisivi e cinematografici (anche di questo) si sarà ritagliato è divenuto uno dei momenti di interesse di ogni film realizzato dal potente editore di comics.
È un film action fantastico, che rilancia la saga cinematografica dell'Uomo Ragno dopo la trilogia con Tobey Maguire e i due film con Andrew Garfield protagonista. È interpretato dall’inglese Tom Holland, che era apparso per la prima volta in quel personaggio nel film Captain America: Civil War (2016) di Anthony e Joe Russo. Ventunenne col viso da ragazzino (Spiderman dovrebbe avere 13-14 anni) ha alle spalle buone esperienze cinematografiche compreso il film spagnolo/statunitense con cui ha debuttato, The Impossible (Lo imposible, 2012) interpretato al fianco di Naomi Watts ed Ewan McGregor. Proprio questa scelta fatta dalla produzione si rivela subito vincente: Tom è simpatico, espressivo, si sa muovere benissimo nel mondo degli effetti speciali riuscendo a rendere credibili scene in cui lui immagina di avere di fronte cattivissimi ma in cui vede soltanto uno studio rivestito di blu senza le scene spettacolari che saranno incollate in un secondo tempo. È perfetto, assolutamente convincente. Al suo fianco Robert Downey Jr. che carica con giusta ironia al suo Iron Man, e Michael Keaton a cui è affidato sicuramente il ruolo più difficile. È un imprenditore gabbato dalle autorità che gli tolgono una commessa; lui, per salvare i suoi dipendenti, realizza un’impresa che produce e vende ai criminali armi ipertecnologiche, diventa cattivissimo ma ha un lato umano che conosceremo solo alla fine. Garbata e credibile Marisa Tomei quale zia un po’ imbranata di Spider Man che qualcosa immagina dell’identità segreta del nipote, ma che lo lascia fare perché non vuole privarlo dei suoi sogni adolescenziali. 175 milioni di dollari il costo, nella prima settimana solo negli Stati Uniti ne ha incassati oltre 120 a dimostrazione che è stata trovata la maniera giusta per rilanciare questo personaggio che ha tutte le potenzialità per fidelizzare i più giovani. Dirige con attenzione il trentaseienne Jon Watts, che già aveva firmato un paio di titoli interessanti quali Clown (2014) film a tinte horror (basato su di un corto a lui realizzato quattro anni prima) e Cop Car (2015) con un convincente Kevin Bacon. I prossimi due progetti che coinvolgono lo Spider Man di Holland non lo vedranno alla regia. Dopo la sua esperienza con gli Avengers, Peter Parker torna a casa della zia ma viene sempre tenuto sotto controllo da Tony Stark (alias Iron Man) e dal suo braccio destro. Vorrebbe tornare ad essere il ragazzo di prima, ma è molto agitato ed è difficile per lui dimenticare quello di cui è stato capace. Quando in città appare un misterioso cattivissimo, l’Avvoltoio, si sente coinvolto e vuole fare cose da grandi senza diventare adulto. In un combattimento in cui la morte è sempre in agguato.
