The circle è il film che il regista americano James Ponsoldt ha tratto dal libro, pubblicato nel 2013, dallo scrittore, anche lui americano, Dave Eggers. Volume e vicenda cinematografica hanno al centro un’azienda dell’informatica che ha i tratti delle grandi multinazionali della Silicon Valley.
E’ un’impresa le cui caratteristiche mescolano Amazon, Facebook, Youtube, Apple. Insomma un concentrato di chi produce e controlla i mille apparecchietti che passano ogni giorno dalle nostre mani. Al centro della storia una giovane impiegata, una Emma Watson decisamente al di sotto dell’impegno che le si chiede, assunta in poche settimane a testimonial – protagonista delle volontà imperiali dell’azienda. Volontà che si identificano nella frase ogni forma di privacy è peccato. Come dire un credo che prefigura un mondo in cui non esistono più spazi individuali, ma solo un universo aperto in cui tutti vedono tutto. Quando questa filosofia travolge anche il mondo dei proprietari dell’impresa allora anche per loro i nodi vengono al pettine e la piccola formichina mette in crisi il mastodontico elefante. Il tema dell’invasione dei social nella nostra vita è argomento tutt’altro che banale, ma la regia lo affronta e risolve con la stessa logica che guidava, quasi ottanta anni or sono, Frank Capra (1897 – 1991) nel confezionare Mr. Smith va a Washington (Mr. Smith Goes to Washington, 1939) vale a dire l’idea che il singolo, per quanto solo e debole, è in grado di sconfiggere la più agguerrita macchina politica o industriale. Un’idea che nesce dalla cultura profonda di un paese che ha fatto dell’individualismo un credo assoluto. Un convincimento che, nella realtà, trova ben poche verifiche.