Dev Patel, protagonista della bella commedia ambientata a Bombay The Millionaire (Slumdog Millionaire, 2008) di Danny Boyle e Loveleen Tandan, aveva dimostrato di essere completamente a suo agio coi nomi famosi che lo affiancavano in Marigold Hotel (The Best Exotic Marigold Hotel, 2011). Nonostante sia stato confermato alla regia John Madden e nella scrittura della sceneggiatura Ol Parker, ambedue britannici, Ritorno al Marigold Hotel non riesce a raggiungere i livelli di piacevolezza del precedente e Patel soccombe sotto il peso della recitazione dei suoi illustri colleghi che gli lasciano poca visibilità e lo relegano nel ruolo di un comprimario di serie B.
Poco conta la storia su cui dovrebbe poggiare il film, sono le varianti, le vicende collaterali che si intrecciano tra loro che acquistano maggiore importanza e che, per certi versi, compromettono quel filo conduttore che rende a tratti poco sopportabile le sue due ore di durata del film. Maggie Smith e Dev Patel sono i condirettori del Marigold hotel, sempre pieno di ospiti desiderosi di trascorrere i loro ultimi giorni di vita nella rilassante casa a Jaipur, in India. Cercano un finanziatore perché vogliono acquistare un altro immobile per allargare il loro business, ma c’è il migliore amico del futuro cognato di Dev che compera prima di loro quella struttura e li mette in difficoltà. Troppe storie con poco spessore, troppi bravi attori a cui si concedono poche battute, troppi riferimenti ad un’India da cartolina che offende questo paese dall’antica cultura e da un futuro tecnologico promettente. Gli interpreti sono tutti anziani e si parla molto di senilità, con amicizie che diventano amori, persone che non sanno dichiararsi, tradimenti di donne che non danno peso alla loro età. New entry Richard Gere, misterioso personaggio che dichiara di volere scrivere un romanzo e si piazza nell’albergo innamorandosi della madre del direttore; la ragione è che questa volta nel capitale produttivo ci sono anche gli Stati Uniti. Per il resto, inutile dire che Judi Dench e tutti gli altri sono bravi, ma questo lo si sapeva anche prima. Ciò che manca non è la prova di tutti gli interpreti, la professionalità del regista, le musiche, una certa piacevolezza da commedia. Semplicemente il film non emoziona, non interessa, non coinvolge, non convince e cerca di risolvere tutti i suoi problemi narrativi con balletti da Bollywood e scene di massa giustificate dalla festa per il matrimonio di Dev Patel. Una curiosità: questo simpatico attore, da molti ritenuto indiano, è nato a Londra da genitori di umile estrazione provenienti da Nairobi in Kenia che hanno lontane origini indiane gujarati, etnia di cui faceva parte anche il Mahatma Gandhi.