Il segreto del suo volto del tedesco Christian Petzold è un film d’amore con qualche lieve sfumatura gialla, non un’opera politica, né un testo sulla rimozione da pare dell’opinione pubblica germanica dei crimini del nazismo, né una storia sull’oppressione di un regime su quanti sono ad esso sottoposti. Siamo a Berlino nel 1945 e l’ebrea Nelly Lenz, cantante di successo e destinataria di una cospicua eredità, è sopravvissuta al campo di concentramento, torna nella città semidistrutta ansiosa si ritrovare l’amato marito Johnny.
L’amica Lene, con la quale intrattiene un rapporto non privo di sottile ambiguità, cerca di convincerla ad emigrare in Israele e le organizza un’operazione di chirurgia plastica al viso onde porre rimedio alle cicatrici delle ustioni subite al momento della liberazione dalla prigionia. Fra le molte opzioni possibili la ex - prigioniera sceglie quella che la farà più simile al suo aspetto precedente, convinta che il marito la identificherà subito. Tuttavia Johnny, un tempo pianista di vaglia ora cameriere in un night affollato di americani, non la riconosce, anzi le propone di fingersi sua moglie, che è convinto sia morta. Con questo imbroglio spera di mettere le mani sull’eredità della donna. L’amore è tale che lei, inizialmente sta al gioco, ma quando scopre che il marito ha divorziato pochi giorni prima che lei sia arrestata, avvalorando il sospetto che sia stato lui a denunciarla, rivela chi è e manda a monte l’imbroglio. Storia d’amore più che quadro storico, si è detto, e come tale si avvale di una struttura narrativa compatta e magistralmente sorretta dall’interpretazione di Nina Hoss, una grande attrice teatrale che non disdegna l’impegno sul grande schermo: Yella (2007) e La scelta di Barbara (Barbara, 2012) entrambi di Christian Petzold e La Spia - A Most Wanted Man (A Most Wanted Man, 2014) di Anton Corbijn.