Hunger Games è una serie di tre romanzi di fantascienza scritti dalla bravissima Suzanne Collins. La trilogia comprende Hunger Games (2008), La ragazza di fuoco (2009) e Il canto della rivolta (2010). Ogni libro della serie ha tre sezioni di nove capitoli ciascuna, struttura che viene dal suo passato di drammaturga, in cui ha imparato a scrivere testi in tre atti teatrali. Ogni gruppo di nove capitoli è considerato una parte separata della storia, e anche la sua opera precedente, Gregor (cinque volumi dal 2013 al 2014), è stata scritta con la stessa struttura.
In un futuro post-apocalittico esiste lo stato di Panem in un Nord America che potrebbe corrispondere agli Stati Uniti, con capitale Capitol City. Tutto intorno ci sono dodici (precedentemente tredici) Distretti. Alla ricchezza della capitale si contrappone la realtà dei dodici distretti che l’attorniano, il cui più povero è il 12mo, precedentemente noto come Appalachia, in cui vive la sedicenne protagonista della Saga e dove la gente muore di fame. Per punire di una ribellione avvenuta molti anni prima delle vicende narrate nel libro, rivolta in cui dodici dei Distretti sono stati sottomessi dalla capitale e il tredicesimo addirittura distrutto, ogni anno un ragazzo e una ragazza di ciascun distretto sono estratti a sorte per partecipare agli Hunger Games. Si tratta di un evento televisivo, in cui i partecipanti, chiamati tributi, devono combattere in un’arena, uccidendosi a vicenda, fino a quando rimane un solo sopravvissuto, che sarà proclamato vincitore. Questa è la premessa senza la quale è difficile capire il meccanismo di film interessanti ma difficili per un pubblico da grandi successi hollywoodiani. Francis Lawrence firma - dopo Hunger Games: la ragazza di fuoco (The Hunger Games: Catching Fire, 2013) - il secondo titolo di quella che continuerà ad essere una saga di successo. Poteva usare gli effetti speciali per dare più azione e invece, con grande fedeltà al testo, sottolinea i temi contrapposti della fama come potente arma di propaganda e della forza dei sentimenti autentici, creando così un giusto clima d’attesa. In questa maniera il film è volutamente lento, ma proprio da questa apparente staticità scaturisce la sua bellezza. Quando la protagonista intona l’inquietante e cupo Canto della Rivolta, composto per lei da James Newton Howard, avvertiamo nell’aria gli epici venti di guerra del gran finale, rimandato al 2015, quando uscirà la seconda parte di quest’episodio. Il film è adatto ad un pubblico che non cerca un testo epico, ricco di colpi di scena, roboante nelle immagini, dirompente nella spettacolarità.