Primo lungometraggio di John Butlerm, The stag - Se sopravvivo mi sposo è una commedia che pur essendo assolutamente classica nel suo sviluppo paga lo scotto di avere troppo precisi riferimenti all’Irlanda con difficoltà per gli spettatori di capire alcune situazioni. Gli sceneggiatori sono il regista e Peter McDonald che interpreta anche il ruolo del imbranato The Machine.
Il loro lavoro è discreto, ma gli ultimi dieci minuti del film fin troppo mielosi rischiano di fare dimenticare il buono che si era intravisto fino a quel momento. La storia è semplice e tutto è facilmente prevedibile, ma i vari personaggi sono delineati con una certa piacevolezza tanto da divenire simpatici. Si racconta di un gruppo di grandi amici che, complice la futura moglie del festeggiato, organizzano un addio al celibato non tutto sesso ma legato ad una gita nella bella e dura natura irlandese. Tutto pronto, lo spirito è quello giusto ma, quando capiscono di non potere evitare la disastrosa partecipazione del fratello della ragazza, tra loro serpeggia il panico. Il robusto e imbranato compagno di avventura creerà loro non pochi problemi, dalla distruzione della tenda con necessità di trascorrere la notte all’addiaccio al bagno notturno tutti nudi verso un lago che non riescono a trovare. Ovviamente, imbarazzatissimi e senza vestiti, attraverseranno poi mille piccole disavventure alcune divertenti, altre meno piacevolmente raccontate. Il finale è veramente una caduta verso il basso con amicizie rinsaldate e il matrimonio dove anche The Machine ha il coraggio finalmente di dichiararsi alla sua bella inginocchiandosi ed eseguendo una romantica canzone. In attesa di altre prove registiche di John Butler nelle fredde terre irlandesi in cui ha realizzato anche film per la televisione e cortometraggi, si può dire che questa prova è stata solo parzialmente superata ma, tutto sommato, i suoi peccati sono veniali e non certo passibili di insufficienza nel giudizio complessivo.
