I Manetti Bros. sono attivissimi nella pubblicità e nel cinema di genere qui firmano un film convincente giocato con ironia nel mondo della sceneggiata riletta attraverso una chiave thriller e da commedia. Questa contaminazione è giostrata in maniera più che convincente, grazie anche alla collaborazione di un cast di attori realmente ben scelto. Song 'e Napule racconta di un giovane pianista che, grazie ad una raccomandazione potente, riesce ad entrare nella Polizia dove lo mettono a lavorare nel deposito in cui sono conservati i beni sequestrati.
Suona un piano lì conservato, lo sente un commissario integerrimo, ma dai modi poco convenzionali che lo inserisce come infiltrato in un noto gruppo musicale napoletano che suona nei matrimoni. Lo fa perché la figlia di un boss sta per sposarsi e tra gli invitati c’è un misterioso killer di cui nessuno conosce il volto. Si inserisce bene, tutti gli diventano amici, si innamora della sorella del leader e, al momento giusto, scopre di essere anche un ottimo poliziotto. Siamo nel mondo del neomelodico, un genere musicale che tutt’ora contraddistingue Napoli, con artisti noti solo localmente in grado di raccogliere consensi a livelli da pop star internazionali. Come spesso accade nei film dei fratelli Manetti, grande cura è riservata ai personaggi minori. Il Questore di Carlo Buccirosso è un piccolo capolavoro di luoghi comuni raccontato con un po’ di ironia e molta umanità: è uomo onesto che non sa dire di no ai raccomandati, crede nel suo lavoro ma accetta vari compromessi. Il commissario di Paolo Sassanelli crede nel suo lavoro e lo vive come una missione e per cui è disposto anche a morire: disprezza il pianista raccomandato, ma se ne serve e lo trasforma in vero poliziotto. Il malavitoso di Beppe Servillo è perfetto: dolcissimo coi bambini, senza pietà con gli adulti. È Napoli la vera protagonista della pellicola, quella del centro, del passeggio, quella visitata dai turisti ricca di vivacità e vita come l'avevano raccontata in passato Nanni Loy ed Ettore Scola. Qui Napoli è popolare, vivibile nonostante un degrado morale che aleggia per tutto il film, bellissima nei quartieri spagnoli e di via dei Mille, nei caffè, nei ristoranti. L’idea è stata data ai registi da Giampaolo Morelli, cantante e attore che la città partenopea la vive tutti i giorni e che qui è anche il coprotagonista nel ruolo di Lollo Love, l’artista idolo delle folle che tutto il giorno risponde dolcemente alle telefonate delle sue fan. La maturazione artistica di Alessandro Roja è sempre più convincente e riesce ad essere credibile non solo come criminale della Banda della Magliana (Romanzo criminale - La serie, 2008) ma come napoletano verace, per di più musicista e poliziotto: sa essere timido, innamorato, un timoroso che si trasforma in piccolo eroe. I dialoghi sono stati scritti in gran parte da Michelangelo La Neve, eclettico fumettista, tra l’altro, nel clan Bonelli per Dylan Dog e Martin Mystère, il suo apporto dona ritmo e lievità alla storia che, alla fine, potrebbe essere definita anche buon thriller. Ci volevano due registi romani e uno sceneggiatore cosentino per raccontare così piacevolmente Napoli.
