Dall’autore di Cose dell’altro mondo (2011), grottesca e non completamente riuscita rappresentazione della convivenza multiculturale nell’operoso Nordest, non ci si poteva aspettare molto di più di questo. Siamo di fronte ad un film noir con avvocato arrivista ed arrivato che sta per toccare l’apice del successo e crolla nel baratro: disoccupato, in crisi di coppia, incapace di capire cosa gli stia succedendo. Francesco Patierno non è in grado di fornire un indirizzo preciso ai volenterosissimi interpreti per cui il film diventa una vera saga di occasioni perdute.
Claudio Bisio offre una buona prova, Margherita Buy non crede a quello che fa, Diego Abatantuono propone l’ennesima macchietta. Peccato, il romanzo da cui è tratto meritava miglior sorte. Federico Baccomo, detto Duchesne, è un nome interessante non solo nel settore letterario. Trentacinquenne milanese, laureatosi in Giurisprudenza nel 2001, dopo la pratica forense e l'abilitazione di avvocato entra in uno studio legale internazionale. Nel 2007 abbandona questo lavoro e apre un blog nel quale, con lo pseudonimo di Duchesne, inizia a raccontare in chiave ironica aneddoti e retroscena del mondo professionale milanese, un milieu ambizioso e spregiudicato, ma nel contempo difficile e fatuo. Collabora con GQ e il Fatto Quotidiano. Nel 2009 esce il suo primo romanzo, Studio illegale, che racconta la storia di un giovane avvocato milanese in crisi. Dal libro è stato tratto, nel 2013, il film omonimo diretto da Umberto Carteni e interpretato da Fabio Volo, Zoé Félix ed Ennio Fantastichini. Nel 2011 esce il suo secondo romanzo La gente che sta bene, che racconta il mondo degli studi legali d'affari colta dalla prospettiva, questa volta, dell'ex capo del protagonista di Studio Illegale importante equity partner di uno studio legale internazionale. La base su cui lavorare c’era ed era di ottima qualità, ma sia gli sceneggiatori che il regista non hanno saputo trasfondere nel film la drammatica ironia della pagina stampata. Si parla di pescecani, di persone di successo, apparentemente intoccabili ma di incredibile fragilità. Francesco Patierno è indeciso sul taglio da dare al film, sembra puntare sul rapporto familiare di Claudio Bisio e Margherita Buy, avvocatessa di successo ritiratasi per fare da mamma a due figli (è in arrivo un terzo, tardivo tenuto conto dell’età della puerpera) per poi tentare di dare vigore alla storia col rapporto tra Bisio e l’avvocato milionario Diego Abatantuono. Incerto, non riesce a trovare una vera chiave narrativa, facendo pericolosamente sbandare la storia senza mai darle un vero interesse. Raul Cremona è una macchietta nel ruolo di importante cliente, peggio ancora capita a Carlo Buccirosso costretto a interpretare un poco credibile carabiniere napoletano amante delle battute e che, per scherzo, spaventa Bisio. Gli altri, compresa Jennipher Rodriguez, moglie in crisi depressiva dell’avvocato pescecane, sono ancora meno credibili. Peccato, davvero il romanzo è tutt’altra cosa.