Presentato con grande successo a Giffoni, Noi siamo infinito (The Perks of Being a Wallflower - Il vantaggio di uno che fa tapezzeria) opera prima di Stephen Chbosky, tratta da un suo romanzo scritto negli anni ’90, racconta di un ragazzo che, al primo anno della scuola superiore ha mille timori e nessun amico, salvo il professore d’inglese. E’ un nerd, un piccolo genio dal viso evanescente che nessuno vuole frequentare. Trova in due ragazzi dell’ultimo anno, fratellastri con lui omosessuale e lei con vita passata da dimenticare, i veri amici che lo faranno crescere e gli infondono affidabilità con se stesso e gli altri.
Non siamo di fronte ad una commediola giovanilistica, ma a uno dei più bei ritratti che ci sia capitato di vedere negli ultimi anni sui disagi dei giovani, sull’emarginazione, sul desiderio di vivere ostacolato da persone che non capiscono. La matricola è vessata da tutti, soprattutto dai macho della squadra di football che trovano divertente umiliarlo solo per il piacere di mostrare una virilità che, forse, non hanno. La sua fortuna è di essere adottato da questi strani compagni, lui che esibisce con sfrontatezza ma anche tristemente il suo stato di diverso che per essere accettato si è creato il personaggio del buffone, lei con amori troppo frequenti con ragazzi sempre diversi che la hanno fatta etichettare come ragazza facile. Assieme a loro impara a conoscere un mondo proibito in cui tutto l’illecito è accettato, dove la droga fa parte dei passaggi obbligati per sentirsi adulti, in cui spesso l’amore si confonde col sesso. Lui non prende stupefacenti ma è particolarmente strano, sballato: ha allucinazioni, scrive a una persona che non conosce e che mai leggerà le sue lettere, di colpo si trasforma in un essere forzuto che sa difendere con la violenza i suoi amici, che sviene frequentemente e che trascorre in ospedale psichiatrico molto del suo tempo. Eppure è felice, accetta questa sua diversità perché può contare sui suoi fratelli, su veri amici: si sente appagato nonostante faccia una vita di completa emarginazione. Tra la ragazza e lui nasce un’amicizia particolare, lei gli dona il primo bacio perché vuole che gli sia dato da una persona che gli voglia realmente bene, lui la aiuta a uscire dal baratro morale in cui si era imprigionata ma anche la affianca nello studio perché possa essere accolta in un buon college. I due emergenti Logan Lerman interprete di Percy Jackson e gli Dei dell'Olimpo: il Ladro di Fulmini (Percy Jackson & the Olympians: The Lightning Thief, 2010) ed Ezra Miller, ottimo in ...E ora parliamo di Kevin (We Need to Talk About Kevin, 2011), sono bravissimi, Emma Watson interprete della saga tratta dai romanzi della Rowling conferma di essere l’unica degli interpreti minorenni della saga su Harry Potter a essere attrice vera e intensa. Gli anni ’70 raccontati da Stephen Chbosky nello stesso stile epistolare che caratterizzava il suo romanzo, sembrano lontanissimi da noi, con il piacere dei ragazzi di registrare compilation da regalare all’amata, organizzare feste in cui anche si ballava, dove i telefonini non esistevano ma ci si parlava molto di più.