La huelga de las escobas (Lo sciopero delle scope) di Roxana Aramburu, Patricia Suárez, Mónica Ogando prende spunto da un fatto storico. Nel 1907, a Buenos Aires, ci fu una rivolta popolare causata dalla decisione del governo argentino di aumentare gli affitti degli alloggi popolari (conventillos), spesso veri e propri tuguri ubicati nei quartieri di San Telmo e La Boca, in cui vivevano molti immigrati, non pochi d’origine italiana e spagnola. A ribellarsi furono soprattutto le donne influenzate dalle idee anarchiche.
Il testo delle tre autrici argentine parte da questo episodio per disegnare tre figure femminili che oscillano fra la rivolta, l’impegno politico e le suggestioni del rapporto di coppia. quest'ultimo è sintetizzato nell’immagine del bel Miguel – Paco, un maschio robusto e, nel secondo ruolo, disposto a qualsiasi lusinga pur di ottenere quella cosa là. Il testo presenta i maggiori punti deboli proprio sul versante della complessità femminile, al punto da rendere improbabile e del tutto immotivata la svolta che la rivoluzionaria Giuseppina compie davanti alla possibilità di disporre anche lei di un uomo, magari sottraendolo a un’amica. La regia di Mario Jorio non riesce a turare le falle del testo, anzi le asseconda e aggrava con un approccio poco fantasioso e ancor meno originale. La scenografia, un luogo unico per i tre episodi rappresentati e corrispondenti ai mesi da settembre a novembre in cui si articola la lotta contro l’aumento degli affitti, non migliora lo spessore di un copione dalla consistenza assai poco robusta.